VIA MAGENT
L’albergo dimenticato avrà un futuro
Venduto all’asta l’edificio completato nove anni fa e mai inaugurato: potrebbe venire mantenuta la destinazione originaria
Un alone di mistero ancora lo circonda. Ma per l’albergo fantasma di via Magenta, costruito nel 2009 ma mai inaugurato, anzi finito in preda a un fallimento che ha tenuto tutto fermo e lasciato spazio solo a degrado e preoccupazioni, pochi giorni fa si è concretizzata la prima vera svolta.
Sia in Comune che in Aler (interessata dalla partita perché lo stabile è circondato da numerose proprietà dell’ente) è giunta notizia che a fine febbraio la struttura ricettiva è stata venduta all’asta, per una cifra che si aggira sui 2 milioni di euro, con la probabile intenzione di far decollare quell’hotel che già il gruppo bergamasco Benigni aveva progettato ed edificato prima del tracollo finanziario e del passaggio del bene sotto la gestione dei curatori e la messa in vendita da parte del tribunale orobico.
Dopo lunga attesa e diversi tentativi andati a vuoto, il ribasso del prezzo ha dunque creato le condizioni per sbloccare la situazione. E, stando sempre alle indiscrezioni raccolte dagli enti pubblici affacciati sulla struttura (trattandosi di un bene privato, non è per ora semplice saperne di più), l’idea dei nuovi proprietari sarebbe proprio l’attivazione dell’originaria funzione, pensata per la vicinanza alla stazione Nord. Anche se in verità nei mesi scorsi c’erano stati sopralluoghi di chi voleva puntare certo sulla ricettività ma allestendo una residenza dedicata agli anziani.
Il destino si scoprirà nei prossimi mesi, intanto però c’è questa notizia della vendita che porta ottimismo dopo quasi un decennio di nulla. E dire che lo stabile è comunque in apparenza ancora discretamente mantenuto, con i suoi otto piani e le 95 stanze interne, più sala conferenze, locali per le riunioni e ristorante, oltre all’ampio parcheggio sotterraneo.
Proprio quest’ultimo è stato al centro di ripetuti allarmi lanciati dai residenti della zona, perché era divenuto una sorta di rifugio per disperati e, molto spesso, ritrovo di compagnie di giovani che non solo entravano abusivamente nell’area ma si producevano in giochi pericolosi, rischiando persino il volo da un piano all’altro fra griglie usurate se non addirittura divelte. Tant’è che sporcizia, giacigli di fortuna e i murales che costellano la parte bassa dell’edificio così come i garage sono lì a dimostrarlo. Presto, però, lo scenario potrebbe cambiare.
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