IL CASO
«Noi non siamo baby gang»
I minorenni rigettano le accuse. Trambusto in centro città sabato sera: la colpa è di un adulto

Bulli e baby gang domati: anche i ragazzini non ne vogliono sapere.
Il branco non corrisponde a gruppi di ragazzi terribili. non si rinuncia ma è meglio circolare, passeggiare e spostarsi. Fare un giro e non restare fermi. Trovare angoli dove non essere sotto i riflettori. Eppure i due ritrovi preferiti dai giovanissimi restano il Mc Donald e la fontana di piazza Garibaldi. Piazza Santa Maria è la meno gettonata.
Il pomeriggio è il regno dei teenager che si incontrano e chiacchierano a gruppi controllati a vista dalle forze dell’ordine schierate in modo massiccio: polizia locale, carabinieri e volanti.
La fotografia
Alle 16 il centro è pieno. I ragazzi arrivano in scooter oppure sui pullman, altri accompagnati dai genitori.
«Dove dovremmo andare?», affermano quattro ragazzine.
«Abbiamo le mascherine, siamo attente. Siamo in pieno giorno e non ci sono pericoli».
C’è coda fuori delle gelaterie e dei bar. Anche al fast food di piazza Garibaldi si creano incolonnamenti, così come fuori dai negozi.
Altro gruppo di ragazzini: hanno tutti fra i 15 e i 16 anni, dicono.
«I bulli? Baby gang? - con aria interrogativa - Ma va? Noi ci troviamo per parlare tra di noi. Quello che accade si vede: ci sono ragazzi che si incontrano parlano trascorrendo tempo insieme».
Sembra ormai essersi dileguata l’ombra dei ragazzi tremendi, fracassoni pronti ad attaccare briga.
«Al massimo mangiamo qualcosa e camminiamo in centro. Che male c’è?», tagliano corto mentre aspirano una sigaretta.
Gli adulti
Ragazzi senza regole: era questo l’allarme scattato l’altra sera in centro. Ma a combinare guai non erano stati i ragazzini, perché al termine dei controlli è stato un cinquantenne ad aggredire la polizia locale. La chiamata era partita per un assembramento di ragazzini in centro, che fosse un gruppo di bulletti che non rispettano le regole?
Ma gli agenti non avevano neppure finito il giro e si erano trovati di mezzo il cinquantenne che, oltre a non volerli far ripartire, ha preso a insultarli.
Nessun disordine
«Non c’è nessun allarme. E che non si dica che ci sono assembramenti, perché non è vero», spiega l’avvocato Angela Riva,
«Se siamo alle delazioni per qualche ragazzino che è in centro, forse non abbiamo capito niente. E ci sono ben altri problemi rispetto anche agli assembramenti».
Rimarca la legale: «Non se ne può più anche di sentire esagerazioni: bisogna essere obiettivi e valutare per ciò che accade. Vediamo ragazzi che si siedono su panchine a parlare, non ci sono pericoli».
E la sera?
«Abitiamo in centro: non si vede né si sente anima viva», conclude l’avvocato.
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