IL COLPO DI SCENA
I monopattini sbarcano in città
Duecento veicoli disponibili: debutta il servizio a flusso libero

Il progetto era stato annunciato prima dell’estate, ma poi non se n’era saputo più nulla. Ma non era affatto una boutade quella dell’assessore alla viabilità Max Rogora, quando annunciò di essere al lavoro per portare i monopattini in massa in città.
Tant’è che oggi pomeriggio, martedì 15 settembre, dopo una conferenza stampa organizzata in Comune, nelle strade e nelle piazze del territorio comincerà la disposizione di questi mezzi di trasporto che, una volta che il servizio arriverà a rodaggio, saranno ben duecento.
La caratteristica di questo accordo che al municipio non costerà nulla (sarà l’azienda Bit Mobility srl a sostenere il rischio d’impresa sull’utilizzo dei mezzi) è che si tratta di opportunità a flusso libero, quindi senza una serie di stazioni di riferimento in cui prelevare e riporre i monopattini (come accadeva ad esempio con il defunto bike sharing) ma con la possibilità di depositarli dove si vuole una volta terminato l’utilizzo. In pratica li si affitterà tramite una App sul cellulare a pagamento e li si sgancerà con la stessa modalità, dove si vuole, purché si resti a Busto Arsizio.
Questa proposta arriva proprio nel momento più caldo della discussione, dopo il primo incidente cittadino con protagonista l’avvocato Francesca Cramis, che ha addossato la responsabilità del sinistro sulla carenza di piste protette per le utenze deboli. Ma ciò non ha fermato l’amministrazione nell’adozione di questo sistema, sperando nella prudenza di tutti coloro che si mettono su strada, con qualsiasi veicolo a disposizione.
Ovviamente l’iniziativa si accompagna a una lunga serie di domande a cui solo la prova del campo potrà rispondere: i monopattini pubblici saranno usati dai bustesi? Il servizio non subirà i vandalismi e i furti che già in passato avevano riguardato le biciclette? Come andranno le cose in termini di sinistri in una città che in molte zone ancora scarseggia di tracciati protetti?
In ogni caso Busto ha voglia di proiettarsi nel futuro, forzando la mano, risultando la prima città del territorio pronta ad imitare quello che già accade in massa nelle grandi metropoli e nelle città turistiche. Fra qualche ora l’esperimento comincerà.
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