IL CASO
Il rondò delle prostitute
Tornate dopo il lockdown, si concentrano all’imbocco di via Dei Sassi. La battaglia lanciata quattro anni fa dall’amministrazione è ormai pers

Certe notti, su quel rondò, si ritrovano anche in quattro o cinque. Africane e ragazze dell’Est, tutte costrette a prostituirsi, con una clientela abbondante a richiederne le prestazioni.
In certi momenti il traffico impazzisce, ci sono auto che girano a ripetizione, si fermano dove non potrebbero (col rischio di provocare incidenti), quasi facessero una corsa a chi arriva prima a prenotare il proprio posto.
È la triste storia quotidiana della prostituzione sul Sempione, che è tornata a prosperare molto velocemente. Certo anche in questo settore il lockdown ha pesato parecchio. Ma appena tutto è tornato quasi alla normalità, gli affari per la malavita che gestisce il giro della compravendita dei corpi - sia delle bianche che delle nere, che nel tempo hanno raggiunto una quasi pacifica convivenza sulle strada - sono tornati floridi. Come se non fosse successo nulla, come se la minaccia del coronavirus si fosse ormai completamente dissolta con la fine delle restrizioni.
Ed è quel rondò, che da un lato porta verso l’ospedale in via Dei Sassi e dall’altro conduce al cantiere che sta per scavare il sottopasso di Sant’Anna, il punto preferenziale di questo mercato degli esseri umani che ha resistito a tutto, compresi i controlli continui che la scorsa estate furono molto pressanti e che in questa stagione, almeno per adesso, sembrano invece latitare, perché le pattuglie sono state trasferite su altre priorità.
Tant’è che alla rotonda il traffico di carni prosegue indisturbato, con una consuetudine tale che ormai la scena è sempre la stessa: le ragazze che si appostano in abiti succinti sul bordo della rotatoria, i richiami ammiccanti agli automobilisti di passaggio, l’invito a parcheggiare nella strada laterale (in modo di neutralizzare il rischio delle imbarazzanti multe per intralcio alla circolazione, uno dei pochi strumenti di contrasto in mano alle forze dell’ordine) e quindi la partenza in auto verso un angolo più appartato. Tutto alla luce del sole.
Quattro anni fa, all’insediamento della nuova giunta, l’assessore alla sicurezza Max Rogora annunciò che un suo punto d’onore sarebbe stata la cacciata delle prostitute da Busto Arsizio. A questo punto è chiaro che hanno vinto loro, anzi i loro sfruttatori, arrivando a colonizzare quella rotonda distante un centinaio di metri da dove comincia la zona urbanizzata.
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