L’INTERVISTA
«Io, musicista di Crozza»
Parla chi accompagna ogni venerdì il comico in tv. Stasera ultima puntata
Da 21 anni vive a Busto Arsizio e quindi, pur essendo milanese di nascita, è varesotto d'adozione. Silvano Belfiore dirige l'omonima band che accompagna ogni venerdì il comico Maurizio Crozza alle 21.25 (fino a stasera, 28 maggio, poi da settembre) sul canale Nove in "Fratelli di Crozza".
Da quando lavora con lui?
«Dal 2003, quando l'ho conosciuto tramite un amico comune. L‘ho accompagnato come pianista in una convention a Roma per una grande azienda telefonica. Da telespettatore lo seguivo e mi piaceva moltissimo, come attore e come imitatore. Da quel momento abbiamo sempre lavorato insieme».
Com'è dietro le quinte?
«Un perfezionista, ha tanti talenti artistici in un sola anima e ha una cultura teatrale, cinematografica e musicale spaventose. La sua satira di costume non è solo fatta di parole, ma vengono coinvolte tutte le branche dello spettacolo, dal canto al ballo, dal musical all’opera lirica. Dietro le quinte è una persona come tutti noi, a volte stanca, a volte scherzosa, a volte un po’ nervosa, ma dotata di una energia impressionante».
Ci racconta della Silvano Belfiore Band?
«È nata nei programmi di Crozza, quindi è un insieme di musicisti che completano lo show di Maurizio. Siamo amici sinceri nella vita e lavorare con loro è un piacere. Nella formazione attuale, attiva del 2011 sono presenti, me escluso, 8 musicisti: Stefano Re alla batteria, Savino Cesario alla chitarra, Massimo Scoca al basso, Paolo Favini ai sax, Fabio Baù alla tromba e al trombone, Mariella Sanvito al violino, Elisabetta Danelli alla viola e Yuriko Mikami al violoncello. Vorrei naturalmente ringraziare anche tutti i musicisti, i cantanti e le cantanti che negli anni hanno collaborato con me all’interno della produzione».
Ci racconta della sua esperienza a Sanremo?
«Ero stato contattato dal maestro Bruno Santori, mi chiese se volessi entrare come tastierista nell’orchestra di Sanremo 2009. Mi ha fatto un enorme piacere, ci sono tornato nel 2011 e 2012 e lì, oltre al ruolo di tastierista avevo anche una parte di collaborazione con il maestro Marco Sabiu in qualità di arrangiatore, lavoro che prediligo».
Tornando a Crozza, com'è lavorare senza pubblico?
«Sarò sincero: tutta la produzione, la rete e Crozza sono stati molto professionali nell’affrontare già dal 2020 l'emergenza sanitaria non ancora finita. Con molti sforzi siamo riusciti ad arrivare in fondo, cercando di far lavorare tutti nella massima sicurezza. Anche la mia band, da casa, sta facendo un lavoro egregio. Però il lavoro fatto in questo modo è penalizzante, soprattutto per un artista che deve dare il sorriso alla gente. Se manca il pubblico in sala, manca la ragione stessa del nostro lavoro, manca l'anima. Speriamo che a settembre si torni alla normalità».
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