SICUREZZA
Le telecamere acchiappatutto
L’intero centro presidiato da nuovi strumenti con identificazione facciale

Offriranno più sicurezza, questo è certo, ma cancelleranno anche la depressione che puntualmente assale le forze dell’ordine. Già, perché con l’arrivo delle nuove super telecamere di ultima generazione - frutto del patto siglato in Prefettura dal Comune di Busto Arsizio, ora in attesa di contributi per l’acquisto, ma comunque avviato alla realizzazione - non dovrebbe più accadere quella che purtroppo è stata la costante degli ultimi anni, ovvero che i video che immortalano i reati risultino di fatto poco utilizzabili per contestarli concretamente. Neppure all’interno di un processo.
VERSO L’ALTA DEFINIZIONE
Il cambio di passo, che nei prossimi mesi riguarderà tutte le zone del centro storico ma anche le due stazioni cittadine, passa tutto dalla qualità delle immagini. Finora le centrali operative riuscivano a monitorare la situazione tramite i monitor (sempre che non ci fossero guasti, peraltro ormai numerosi) ma non avevano quasi mai in mano la prova schiacciante per identificare i responsabili di reati, risse e vandalismi.
Bisognava fare altre indagini, basarsi sui video dei privati (sempre che ci fossero) e procedere per deduzione sull’abbigliamento e sulle testimonianze, da comparare per deduzione a quello che si vedeva nei filmati sfocati. Insomma, una faticaccia.
Ora, invece, gli strumenti messi nel nuovo progetto di acquisto hanno gittata di ripresa e una definizione tale da inchiodare chiunque, con certezza, alle proprie responsabilità.
IL VOLTO NON SCAPPA
Oltre ad essere nitide, le immagini dei dispositivi Panomera saranno poi anche in grado di procedere con il riconoscimento facciale. Basta che da remoto arrivi il comando di inquadrare un volto - anche distante fino a 150 metri dalla telecamera - e il sistema sarà capace di definirne i contorni. In casi specifici, potrebbe addirittura procedere con la comparazione della fisionomia con i data base, associando alla faccia anche il nome se si trattasse di ricercati.
D’altronde, ormai, c’è una necessità tale di presidi - a fronte della costante carenza negli organici delle forze dell’ordine - che la questione della privacy è in qualche modo superata. Ovviamente le telecamere non schedano nessuno, a meno che non sia necessario in situazioni di allarme o di emergenza. E chi non commette reati, ha solo da beneficiarne e nulla da temere.
LA STRETTA SUI VANDALI
Non saranno certo questi strumenti a cambiare la situazione da un giorno all’altro, tuttavia potranno essere utilissimi per contrastare ad esempio il fenomeno della movida violenta e delle baby gang che ha tenuto sotto assedio la città d’estate. Si prenda il caso di piazza Vittorio Emanuele II, epicentro delle tensioni degli ultimi mesi, dove i sistemi attuali coprono solo parzialmente e male la situazione. Con l’installazione delle novità messe nel mirino da Palazzo Gilardoni, le bande di giovani che provocano danni avranno sempre gli occhi puntati addosso.
E, in caso di teppismi, le possibilità che entro qualche giorno i trasgressori si ritrovino gli agenti alla porta di casa con denuncia e conto dei danni da pagare, cresceranno enormemente.
NE VALE LA PENA
Ovviamente sistemi del genere non vengono regalati. Il progetto bustocco, ad esempio, costerà circa 420mila euro, in pratica una media di 35mila a punto sorvegliato, oltre alle spese di montaggio. Per questo, nella delibera con la definizione dell’investimento, si è dovuta fare una selezione accurata dei luoghi da monitorare e si è scelto di sorvegliare quelli più centrali o problematici.
In pratica anche la gran parte delle zone dello spaccio saranno nei prossimi mesi messe al setaccio da questi programmi sofisticati, con impianto multifocale e una facilità di installazione che rende quasi inesistenti le successive manutenzioni.
Oltretutto i movimenti delle videocamere saranno tutti interni e non ci saranno quindi spostamenti meccanici come avviene adesso. Tutto più veloce ed efficace, insomma. Per dare tranquillità alla città.
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