LA FAMIGLIA
L’epopea dei Forasacco: reunion a Busto
Duecento persone si sono ritrovare a Madonna Regina: «Qui arrivammo negli anni ’50»
Non si vedevano da prima del Covid, e per ritrovarsi hanno scelto (non a caso) Busto Arsizio. Quasi duecento persone di tutte le età, dai bambini agli over 80, hanno partecipato alla reunion dei discendenti della famiglia Forasacco, una stirpe originaria di Gazzo Padovano, ramificatasi con le migrazioni degli anni ‘50 a Busto, ma anche in Friuli, in Piemonte e in Francia.
Ieri, domenica 21 aprile, i Forasacco si sono radunati a Madonna Regina, il quartiere che ha accolto un centinaio di loro dopo la diaspora. Hanno partecipato alla Messa delle 10.30, per poi spostarsi alla Tenuta Bramasole di Inveruno per consumare un pranzo in allegria.
ARRIVATI IN PULLMAN
Per l’occasione sono arrivate – la maggior parte in pullman, ma qualcuno anche in auto - 55 persone da Gazzo Padovano, comune di poco più di 4mila anime al confine tra le province di Padova e Vicenza. «Il primo raduno si è svolto 40 anni fa proprio a Gazzo – ricorda Lorenzo Forasacco, 81 anni compiuti ieri, residente a Busto -. Eravamo in 400. Poi ci siamo riuniti in diverse altre occasioni: l’ultima volta a Busto è stata nel 2013». Lorenzo è uno dei tanti emigrati veneti accolti a Madonna Regina: «Molti di noi vivevano nella vecchia Cascina Favana. Ci si dava da fare, lavoravamo i campi». Gente umile e operosa che ha contribuito allo sviluppo della città. Ma il legame affettivo con la natia Gazzo non è mai venuto meno. Dino Forasacco, arrivato ieri da Gazzo, è uno degli artefici della reunion.
ARCHIVI PARROCCHIALI
Negli anni passati ha voluto ricostruire la genealogia della famiglia, scartabellando gli archivi parrocchiali. «Fino al 1870 non esisteva ancora l’anagrafe – racconta -. Ho reperito le informazioni nel libro dei nati, dei morti e dei cresimandi». Un lavoro da “storico” che ha permesso di risalire al capostipite, Andrea Forasacco, nato nel 1809. «Nel 1955 in casa eravamo in 43, la tipica famiglia patriarcale – ricorda Dino -. C’era una cucina per le donne e una per gli uomini. Era una vita umile, in una civiltà ancora agricola, scandita dai ritmi delle stagioni. Era festa grande quando si uccideva il maiale, ma questo avveniva solo nelle occasioni speciali». Eppure, informa Dino, ci sono stati nei secoli passati anche dei Forasacco “siori”, ricchi proprietari terrieri: «Ma noi siamo discendenti dei Forasacco “poareti” (poveri) – puntualizza l’esperto di storia gazzense -. Fino al 1733 eravamo ancora uniti, poi c’è stata una biforcazione nella genealogia». I Forasacco partiti da Gazzo sono approdati anche in Piemonte (ieri erano presenti Giuseppina e Laura da Settimo Torinese, ma ci sono dei Forasacco anche a Torino città e Carmagnola) e in Francia, precisamente a Beaune, vicino a Digione. Una famiglia decisamente prolifica, che ovunque sia andata ha dato una mano – attraverso il lavoro - allo sviluppo dei paesi d’adozione.
STORIA DA TRAMANDARE
Dino Forasacco trasmette con passione le sue conoscenze: «Purtroppo i nostri nipotini non sanno niente di queste storie – chiosa prima di risalire sul pullman -. Ma senza le radici, non siamo niente».
«Molti di noi abitavano alla Cascina Favana.
Ci si dava da fare, lavoravamo i campi nei dintorni»
«Fino al 1773 eravamo tutti uniti, nel 1809 nacque il capostipite del nostro ramo, Andrea : noi eravamo i più poveri»
© Riproduzione Riservata