LA SOFFIATA
Padre di famiglia con 4 etti di hashish
Insospettabile arrestato dalla polizia

Ha cinquant’anni, un impiego in una delle spa più rinomate della zona, con uno stipendio di 2.200 euro al mese, casa di proprietà, moglie (che lavora in nero) e tre figli minorenni. Un uomo al di sopra di ogni sospetto.
Eppure qualcuno conosceva i suoi segreti e li ha spifferati alla polizia: venerdì sera, 11 marzo, il cinquantenne è stato arrestato dalla squadra volante con l’accusa di detenzione di hashish ai fini di spaccio.
HASHISH IN CANTINA
In cantina, nell’abitazione di Sant’Anna, nascondeva circa 430 grammi di fumo, parte dei quali già divisi in involucri di peso diverso e un bilancino di precisione. Nella tasca del giubbotto, 270 euro in contanti. Il pubblico ministero Flavia Salvatore non ha avuto dubbi: manette e processo per direttissima. Ieri mattina, sabato 12 marzo, il bustese è comparso davanti al giudice Giulia Pulcina e - difeso dall’avvocato William Tenace - ha dato spiegazioni che però il tribunale non ha ritenuto credibili.
«Non spaccio hashish, ne faccio uso personale, ne consumo tanto anche se non sono tossicodipendente: non ho mai fumato al lavoro e nemmeno davanti ai miei figli», ha detto rispondendo alle domande del pm d’udienza Laura Martello.
Sulla carta, in effetti, l’indagato non avrebbe bisogno di commerciare droga per tirare a campare, ma il quantitativo sequestrato non depone a suo favore.
«Mi faccio sei canne al giorno, consumo almeno 5 grammi di fumo quotidianamente e comprandone di più si abbassa il prezzo», ha puntualizzato. Certo, 430 grammi, ai ritmi di somministrazione da lui dichiarati, rappresentano una provvista per due mesi e mezzo ma la legge pone limiti chiari alla detenzione.
«Da sette mesi compro da un ragazzo che mi porta l’hashish a casa. In genere prendo cento grammi per volta, due giorni fa me ne ha lasciati quattrocento senza alcun motivo, non potevo nemmeno pagarli ma si è fidato di me, glieli avrei pagati più avanti. E guarda caso, proprio in questo frangente, è venuta la polizia».
La pattuglia è in effetti andata con la certezza che qualcosa ci fosse, merito dei classici delatori. Possibile che all’uomo qualcuno abbia teso un tranello per rivalse personali? Il cinquantenne alludeva proprio a questa ipotesi mentre si giustificava in aula. Ma il giudice ha accolto la richiesta della procura e lo ha tenuto agli arresti domiciliari con il divieto assoluto di comunicare con chiunque e di oltrepassare la porta di ingresso, neppure per andare sul pianerottolo o al balcone a fumare, «e nemmeno in cantina», ha precisato il giudice Pulcina. Dunque gli rimangono solo le sigarette per combattere lo stress e l’ansia da rogna giudiziaria, sempre che la moglie gli consenta di fumare dentro all’appartamento.
L’avvocato Tenace ha chiesto i termini a difesa (prossima udienza a fine mese) e una perizia sulla sostanza rinvenuta per quantificare il principio attivo. Nel frattempo valuterà quale rito proporre per il suo assistito.
LEGGI ANCHE: L’hashish nascosto nell’armadio
© Riproduzione Riservata