GIOEUBIA
«Polemica folle per chi è di Busto»
Il sindaco Antonelli contro il clamore per il falò dei Giovani padani raffigurante Laura Boldrini

Chi l’avrebbe mai detto che una Gioeubia sarebbe diventata il caso politico nazionale del giorno? Quella dei Giovani Padani, per la precisione, che hanno messo al rogo la presidente della Camera, Laura Boldrini, scatenando un putiferio pazzesco quasi fosse un atto di terrorismo o un invito alla violenza. Al punto che già la sera di giovedì, a roghi ancora accesi, le forze dell’ordine hanno dovuto condurre d primi accertamenti per placare il turbinio che stava crescendo. Il tutto con il paradosso che, se mai ne dovesse scaturire una bizzarra denuncia per vilipendio alle istituzioni, nel vortice finirebbero non solo gli MGP bustocchi (il cui segretario Matteo Guarneri è stato silenziato con ordine dall’alto) ma anche il sindaco Emanuele Antonelli, reo di aver dato alle fiamme il fantoccio.
«Sì sono stato io, come fa ogni sindaco da sempre. La stessa sera ho bruciato anche un vigile, chissà se si arrabbiano pure loro», dice fra ironia e rabbia il primo cittadino, ancora sorpreso del ciclone scatenatosi in un amen. «Con questa polemica insulsa abbiamo veramente toccato il fondo. La nostra è una tradizione che si ripete dalla notte dei tempi, ci sono ogni volta manufatti più belli e più brutti, che toccano ogni tema possibile. A Busto bruciamo i guai del passato e usiamo anche la satira. Da quando sono bambino c’è sempre qualche pupazzo politico in mezzo agli altri, andrà a finire che ci metteranno pure me come hanno fatto con chi mi ha preceduto». Antonelli, però, fa fatica a liquidare la tormenta con un’alzata di spalle: «No, è brutto che si faccia passare questa immagine della città. Chi è di Busto Arsizio sicuramente capisce quanto sia tutto tremendamente ridicolo, ma fuori può apparire una mostruosità, quasi stessimo preparando la guerra civile».
E in più, se rispetto all’iniziativa - peraltro pluriennale - dei Giovani Padani sono arrivate velocemente pure le prese di distanza di Matteo Salvini («È stata una sciocchezza») e del coordinamento federale di MGP («L’odio non è nel nostro stile»), tocca ad Antonelli effettuare la prima difesa: «Il fatto è che chiunque può mettere la sua Gioeubia in piazza se fa la richiesta e segue la procedura. Mi meraviglio che nel partito che difende le identità neppure si capisca di cosa parliamo. Che almeno ci si informi prima di lanciare strali. Se contro Boldrini ci fosse stato un attacco senza goliardia, sarei stato il primo a far rimuovere il manufatto. Fossi in lei penserei a cose più serie». Anche il segretario leghista Francesco Speroni la pensa allo stesso modo: «Abbiamo bruciato di tutto a Busto, compreso Donald Trump. È assurda questa polemica. Altro che attacco malizioso e cattivo. Capisco che chi è di fuori Busto non riesca a coglierne il senso ma da noi la Gioeubia è come il carro del Carnevale di Viareggio», spiega Speroni. «Insomma, nessuno si meraviglia se qualcuno decide di fare ironia su un personaggio politico, l’unica differenza è che là il fantoccio lo ritirano in un garage mentre noi gli diamo fuoco. Ma non andiamo ad attaccarci anche a queste cose».
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