SERIE C
«La mia Pro a stelle e strisce»
Alla scoperta di Paolo Tornaghi, nuovo portiere tigrotto di ritorno in Italia dopo cinque anni tra Usa e Canada

Tu vuo’ fa ‘ l’americano? Fino a un certo punto. O meglio: fino a quando non senti la nostalgia di casa e devi scegliere.
Paolo Tornaghi, classe 1988, il nuovo portiere della Pro Patria, ha deciso di rientrare in Italia e di ricominciare la sua nuova vita (calcistica) a Busto Arsizio.
Dunque dai grattacieli di Chicago e Vancouver alle ciminiere della Manchester italiana: «C’è stata questa opportunità e l’ho colta al volo. Sono stato qui qualche mese fa allenandomi con il gruppo. Un bell’ambiente, mi è piaciuto e ringrazio la società per avermi chiamato».
Una società «che, si vede, ha la cultura del lavoro, fa le cose per bene e con serietà. Esattamente quello che cercavo. Spero di dare una mano in un campionato difficile ma allo stesso tempo affascinante».
Sarà un campionato in cui la Pro Patria dovrà sudarsi ogni traguardo: «Ma quando sudi, quando soffri, quando ti impegni e raggiungi il risultato vuoi mettere la soddisfazione?».
Ci sono americani e americani, Tornaghi lo è stato per un lustro: «Quando ho finito il mio contratto con l’Inter - racconta - grazie al mio agente è maturata la possibilità di fare un’esperienza nella MLS, l’equivalente della nostra serie A, e ho detto sì alla proposta dei Chicago Fire».
Armi e bagagli e un volo sopra l’Atlantico per approdare in Illinois: «Sono stati due anni in cui ho arricchito il mio bagaglio, in cui mi sono misurato con un calcio diverso ma che dal Mondiale del ’94 è cresciuto. Hanno fatto una scelta, investendo non su giocatori a fine carriera ma su elementi che, come è successo, li hanno aiutati a maturare anche tatticamente. Hanno stadi da 20-25mila posti e sono sempre pieni. Il soccer ha un numero di appassionati che cresce».
Ma quali sono le differenze che ha notato sulle due sponde dell’Atlantico? «Loro danno ma pretendono e non amano i furbacchiotti. Quando si lavora, per loro, non si scherza. Purtroppo a volte vedono gli italiani come coloro che prendono scorciatoie e questo non lo devi fare e soprattutto non lo accettano».
Non solo calcio a stelle e strisce nel curriculum di Tornaghi: «No, per due anni e mezzo ho vestito la maglia di Vancouver, in Canada. Anche lì il calcio è molto seguito. A seguire il Montreal, la squadra di cui è presidente Joey Saputo, fra l’altro proprietario pure del Bologna, c’erano 55mila spettatori».
Lontano dagli occhi del calcio italiano, vicinissimo al cuore della sua Valentina: «Siamo insieme da tanti anni e mi ha seguito anche in questo altro mio mondo calcistico». A un certo punto… «dovevo scegliere e ho scelto di tonare a casa anche perché al termine della carriera vorrei fare l’allenatore. Adesso, però, penso alla Pro Patria».
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