IL CASO
Camping di Azzate: la risposta del sindaco
Lunga nota in cui viene ribadita l’attenzione del Comune alla vicenda. E respinte le critiche. Stasera il Consiglio comunale

Il sindaco di Azzate Gianmario Bernasconi ha diffuso oggi, giovedì 31 marzo, una lunga nota sulla vicenda del Camping.
Ecco il contenuto: «Invio, in qualità di Sindaco e capo dell’Amministrazione Comunale di Azzate, questo comunicato stampa per fare chiarezza sulla vicenda “Campeggio I Sette Laghi” e per raccontare, in modo semplice e chiaro, la posizione del Comune. Giovedì sera (stasera, 31 marzo) ci sarà un Consiglio Comunale straordinario, sollecitato dai Gruppi consiliari “Insieme per Azzate” e “Azzate in Valbossa”, in cui riferirò ai Consiglieri qual è la situazione del Campeggio. I Cittadini e, se vorrete, la Stampa, potranno seguire i lavori in diretta, collegandosi al link pubblicato sul sito istituzionale del Comune».
«Cominciamo da qui: il giorno 4 marzo - spiega il sindaco - c’è stata una Conferenza dei Capigruppo; uno dei temi trattati nella conferenza, anche se in modo assolutamente sommario, è stata proprio la “delicata” situazione che si stava venendo a determinare nell’area campeggio. Ora, dopo che la “questione” ha assunto rilievo mediatico molto rilevante, facendo emergere una situazione complicata e problematica, è assolutamente comprensibile che i Consiglieri dei Gruppi di minoranza abbiano chiesto la convocazione di un Consiglio Comunale in cui approfondire il tema; così come è assolutamente comprensibile che i suddetti Consiglieri abbiano esercitato il diritto di accesso agli atti relativi ai sopralluoghi presso l’area ex campeggio “I Sette Laghi”, effettuati dal dicembre 2021 ad oggi. Atti che, insieme ad altri documenti, saranno oggetto di esame già durante il Consiglio di giovedì 31 marzo, limitatamente alla parte ostensibile e con le necessarie limitazioni ordinarie di legge e di procedure amministrative e penali in essere». «Meno comprensibile - ossserva Bernasconi - è che i Consiglieri dei Gruppi “Insieme per Azzate” e “Azzate in Valbossa”, abbiano coralmente, con “estrema fermezza” e molto tempestivamente (il giorno successivo al servizio di Striscia la notizia e subito dopo aver chiesto la convocazione di un Consiglio comunale straordinario, di cui evidentemente non hanno tutta questa esigenza, essendo già arrivati alle estreme conseguenze...), chiesto le dimissioni del Sindaco, proprio in un momento così delicato per la vita amministrativa del nostro Comune; momento in cui ci si sarebbe attesi, viceversa, proprio dai Gruppi di
minoranza, grande coesione, vicinanza e prossimità, se non alle figure istituzionali, almeno alle Istituzioni, così pesantemente e gratuitamente attaccate, sia da una parte della stampa, sia sui social “locali”!!!. Affermazioni da parte dei Consiglieri quali “... la figuraccia nazionale che ci ha fatto fare...” oppure “... è evidente che il Comune non abbia vigilato a dovere”, sembrano arrivare a indiscutibili conclusioni, ancor prima di aver svolto i necessari approfondimenti, sulla base del servizio e dell’intervista, o meglio della non intervista, di Striscia la Notizia, essendo stati riportati solo pochi secondi tratti da un intervento del Sindaco durato in realtà diversi minuti, secondo ritmi televisivi che gli stessi giornalisti presenti nel Consiglio Comunale dovrebbero tra l’altro conoscere molto bene».
«Vengono chieste - prosegue Bernasconi - le dimissioni del Sindaco; ma i Consiglieri Comunali dovrebbero sapere, non foss’altro perché già successo e peraltro con alcuni degli stessi Consiglieri oggi in carica, seppure con ruoli diversi, e sullo stesso argomento: sempre la questione campeggio “I Sette Laghi”, che, nel momento in cui il Sindaco si dimette, tutto il Consiglio decade. Forse che chi chiede le dimissioni del Sindaco sia spinto anche da un legittimo auspicio di non doversi più occupare e preoccupare della delicata questione?».
«E poi, che dire, quando sono comparsi in tutto il paese i tre manifesti a firma del gruppo neonazista dei Dodici Raggi, che diffamano il Sindaco, accusandolo di reati ambientali, con la complicità del Comune, non una parola di solidarietà - prosegue il comunicato del sindaco -. Manifesti tutti rimossi dai Cittadini, ad eccezione dei tre che “campeggiano” indisturbati davanti al bar della Pesa, luogo tristemente noto per la costante presenza degli stessi Do.Ra».
«Entriamo - scrive ancora il sindaco - nel merito della questione del campeggio che inizia nel lontano 2011 quando, a seguito della rilevazione di abusi edilizi, il Comune ha emesso ingiunzione di demolizione e restituzione in pristino. Stiamo parlando della più grande operazione demolitoria di abusi edilizi della provincia di Varese, forse della Lombardia: 414 manufatti edilizi abusivi. Medio tempore alcuni soci del campeggio “I Sette Laghi” hanno formulato ipotesi interlocutorie all’Amministrazione Comunale (immagino si tratti delle “proposte” cui
si riferiscono gli avvocati Zanzi e Ambrosetti, nel loro articolo su La Prealpina di
qualche giorno fa), alle quali l’Amministrazione ha risposto evidenziando la necessità che qualunque proposta rispondesse a delle invarianti (obiettivi intransigibili) e precisamente: il ripristino della legalità e cioè la piena e completa ottemperanza all’ordinanza demolitoria, il pieno rispetto del vigente Pgt, che prevede che nell’area possa insistere solo una struttura ricettiva all’area aperta (campeggio), il ripristino della
connettività ecosistemica, sia fronte lago, sia nella parte prospicente all’ingresso all’area campeggio, l’allontanamento dal demanio lacuale. Delle suddette “ipotesi interlocutorie” non vi è stato alcun seguito».
«Per inciso - aggiunge Bernasconi - vale la pena di precisare che questi obiettivi intransigibili sono gli stessi che anche oggi l’Amministrazione comunale chiede siano rispettati, tanto che sono inseriti nella Delibera di Consiglio sulla rigenerazione urbana, nella parte che interessa il campeggio. L’ordinanza demolitoria del 2011 rimane in sospeso fino a quando diventa esecutiva la sentenza del Tar, a fine 2017. Con Delibera di Giunta Comunale n. 12 del 16/01/2018 vengono stabilite le modalità operative con cui gli uffici dovevano eseguire i sopralluoghi di ottemperanza all’ordinanza, finalizzati alla verifica della progressione delle operazioni. La società “I Sette Laghi” ha condotto le demolizioni fino a ridosso del fallimento dichiarato in data 17/06/2019. Da tale data in poi le operazioni di demolizione sono state condotte dal fallimento, attraverso la figura del curatore fallimentare. In tutto questo periodo il Comune ha effettuato numerosi sopralluoghi, riscontrando il progressivo adempimento dell’ordinanza demolitoria e di rimessa in pristino. Nel sopralluogo del 10/12/21, il Comune ha rilevato il completamento della parte demolitoria, ma non della parte della rimessa in pristino, in quanto i lavori erano ancora in corso e sull’area residuava ancora un’importante quantità di materiale misto derivante dalla demolizione dei fabbricati abusivi. Il Comune ha quindi ordinato al fallimento il completamento delle operazioni con la completa rimozione dei materiali ancora presenti (ordinanza n. 11 del 2022)».
«Qualche giorno dopo il sopralluogo, la proprietà dell’area transitava dal fallimento all’acquirente - si legge nel comunicato -. A gennaio del 2022 il fallimento, che stava completando le operazioni di rimozione delle macerie, comunicava al Comune il rinvenimento di eternit sul terreno; comunicava altresì di aver provveduto immediatamente alla messa in sicurezza e alle procedure di legge (piano lavori, comunicazione ad Ats) e successivamente inviava documentazione dell’avvenuto smaltimento. Nel sopralluogo del 24/02/22, in presenza delle parti, finalizzato alla verifica del completamento delle operazioni, è stato verificato che parte del materiale di risulta, riscontrato nel sopralluogo del 10/12, è stato lasciato sul posto e non ancora smaltito. Inoltre in una stradina che precedentemente era risultata libera, vi era la presenza di un abbondante deposito di rifiuti apparentemente sempre derivanti dalle demolizioni. Durante il sopralluogo, il curatore fallimentare presentava documentazione del completamento delle attività di sua competenza e dell’esaurimento delle risorse economiche messe a disposizione dal tribunale. Il 02/03 il Comune comunicava avvio del procedimento nei confronti della proprietà finalizzato all’emissione di ordinanza per garantire il completamento delle operazioni di rimozione e rimessa in pristino». «A seguito di comunicazione del 7/03/22 da parte della proprietà riguardo alla presenza di materiale potenzialmente pericoloso - precisa il sindaco -, il Comune chiedeva di far fare la verifica su tale presenza dai tecnici specializzati della proprietà e fissava sopralluogo per il 10/03/22; sopralluogo poi rinviato al 17/03/22 a causa di impossibilità sopravvenuta alla proprietà. Durante il sopralluogo, veniva verificato lo smaltimento dell’eternit e contestualmente la presenza di lana di roccia. Il giorno successivo il Comune ordina l’immediata messa in sicurezza di questo materiale potenzialmente pericoloso e il successivo smaltimento. La Polizia Locale ha inviato una informativa all’Autorità Giudiziaria in quanto le evidenze emerse durante gli ultimi sopralluoghi pongono la questione non solo dal punto di vista edilizio, completamento dell’ottemperanza all’ordinanza del 2011, ma anche dal punto di vista della tutela ambientale per la presenza di rifiuti pericolosi e per la presenza di rifiuti in aree precedentemente sgombre».
«Il Comune - conclude il primo cittadino di Azzate - ha quindi comunicato sia al curatore fallimentare, sia alla nuova proprietà, l’avvio del procedimento per l’emissione di un’ordinanza ex art. 192 Testo Unico ambiente. A riguardo di questa annosa vicenda, il Comune di Azzate fin dal 2011 ha fatto, sta facendo e continuerà a fare tutto ciò che è di sua competenza senza risparmio di energie, ha tutelato la comunità da tutti i punti di vista e se ci sarà bisogno di intentare azioni giudiziarie o interventi straordinari anche con il supporto delle istituzioni superiori lo farà senza remore alcune».
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