LA VETTA VARESINA
Campo dei Fiori: «Il Grand Hotel rinascerà con 65 stanze»
L’imprenditore Morello svela in un podcast il progetto per l’albergo chiuso da decenni. E parla anche di funicolare

A più riprese, nel corso degli anni, l’imprenditore varesino Mauro Morello non ha fatto mistero della volontà di dare nuova vita al Grand Hotel Campo dei Fiori, l’albergo ormai chiuso da decenni, tra le strutture di proprietà della società riconducibile a lui. E ora, durante la videointervista per il podcast “Il Grand Hotel Campo dei Fiori di Varese - Storia del simbolo di una città”, ha svelato qualche dettaglio in più. Al microfono di Matteo Ramelli e Giacomo Mastrorosa, ha parlato dell’esistenza di un progetto preliminare già sviluppato, che prevede la realizzazione di un hotel da 65 camere, con il recupero di una parte degli arredi storici e «con standard di ospitalità elevati ma differenziati rispetto all’offerta del Palace Grand Hotel, già in fase avanzata di posizionamento verso la categoria cinque stelle».
La proprietà rappresentata da Morello e da Elisabetta Gabri ha acquisito nel corso degli anni, oltre al Grand Hotel, l’intero complesso adiacente: l’ex ristorante, la chiesa, le colonie. Si tratta di «un investimento immobiliare esteso e pianificato con una visione unitaria, orientata non a uno sviluppo speculativo ma alla creazione di un nuovo polo di benessere, ospitalità e cultura nel cuore del Parco Campo dei Fiori».
Ma nessuna volontà di speculare: «Non costruiremo nulla di nuovo. L’intervento avverrà nel pieno rispetto dei vincoli paesaggistici e architettonici, in costante dialogo con Soprintendenza, Parco Campo dei Fiori, Provincia e Regione. Il nostro obiettivo è restituire dignità a questo luogo e riattivarlo con una funzione sostenibile, compatibile con la sua storia e con l’ambiente». Novità su questo fronte potrebbero arrivare già dopo l’estate: «Stiamo componendo il mosaico».
QUESTIONE ANTENNE
Da anni, ormai, il tetto del Grand Hotel Campo dei Fiori si è trasformato in una selva di antenne, già comunque ridotta di più d’un terzo da quando la proprietà è passata al gruppo di Gabri e Morello, ma resta comunque una questione sul piatto. «Le antenne non sono per noi determinanti – hanno detto durante l’intervista nel podcast, disponibile sulla piattaforma Spotify -. So che dico una cosa che sembra folle. Sono determinanti in questo momento in cui l'hotel non ha una funzione, e allora è chiaro che servono perché ci sono comunque dei costi, dall’Imu fino alla piccola manutenzione. Abbiamo consulenti esterni proprio su questo tema: sono specialisti che abbiamo cercato sul territorio nazionale. Hanno già fatto sopralluoghi e valutato il costo di un trasferimento di antenne. Non è necessario, secondo noi, che queste antenne cadano su terreni nostri».
FUNICOLARE E COLLEGAMENTI
Altro tema più volte ribadito da Mauro Morello, è quello dell’accessibilità e della riattivazione della funicolare ormai dismessa: «È inevitabile la riapertura della funicolare non dedicata esclusivamente al Grand Hotel e di una accessibilità stradale che non possa essere subordinata a mezzi pubblici», ha rimarcato. Non è tutto: «È ovvio poi che serva una viabilità privata, nel senso che l'utente privato deve arrivare qui con un mezzo privato, questo è inevitabile – ha aggiunto -. Ma noi troviamo così che ci possano essere delle soluzioni. Tutte le istituzioni devono avere la volontà di trovare soluzioni e non di mettere impedimenti».
«La funicolare va fatta. Assolutamente sì – ha precisato, senza troppi giri di parole -. Come raggiungiamo la funicolare da Varese? Ci deve essere un parcheggio per prendere la funicolare, è evidente».
Insomma, per il gigante Liberty, “addormentato” ormai dal 1968, potrebbe vedersi all’orizzonte l’ora della sveglia.
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