L’INTERVENTO DELLA POLIZIA PROVINCIALE
Spari agli animali, fermato il safari notturno
Nei guai due cacciatori di Cannobio. Segnalati colpi d’arma da fuoco anche a ridosso del centro abitato. Sequestrate armi e cervi abbattuti

Giravano in auto di notte sparando alla fauna selvatica anche vicino al centro abitato. A finire nei guai due cacciatori di Cannobio che avevano organizzato un safari notturno a caccia di cervi, pratica vietata dalla legge. Da qualche tempo infatti erano giunte alla polizia provinciale alcune segnalazioni di spari effettuati nel pieno della notte anche a ridosso del centro abitato del comune lacustre; spari che non avevano alcuna giustificazione se non che fossero opera di qualche malintenzionato. Gli agenti della provinciale hanno così approfondito l’indagine fino a capire che era in atto una pratica venatoria vietata. In sostanza alcuni cacciatori avevano ben pensato di svolgere un vero e proprio safari notturno. In genere questi comportamenti venivano effettuati nel pieno della notte, percorrendo con la macchina le strade del circondario di Cannobio, sparando e abbattendo la fauna selvatica che incrociavano con le loro scorribande e che scovavano a lato strada illuminando l’area con un faro mobile. Gli agenti della polizia provinciale, capito il modus operandi, hanno così messo in atto le contromisure per interrompere e porre fine a questa pratica venatoria vietata che nulla ha che fare con l’azione di caccia che lo stato concede e di cui la maggioranza dei cacciatori pratica nel rispetto della norma.
IL SAFARI NOTTURNO
Da un pedinamento dei sospettati, gli agenti sono così intervenuti dopo che in piena notte (alle 3.30 e poi 4.45) i soggetti in questione avevano sparato dei colpi d’arma da fuoco durante il loro safari notturno. Bloccato il veicolo poco dopo l’ultimo sparo effettuato, gli agenti hanno constatato che a bordo oltre gli occupanti c’erano due armi, una carica con colpo in canna e pronta all’uso e posizionata tra gli occupanti del veicolo. I due a questo punto sono stati identificati: si trattava appunto di due cittadini di Cannobio, appassionati cacciatori, che al momento del fermo non avevano selvaggina abbattuta che con ogni probabilità sarebbe stata recuperata in un secondo momento cercando di regolarizzarne l’abbattimento come se fosse avvenuto in tempi e modi nel rispetto della legge. Gli agenti che avevano seguito attentamente il movimento notturno dei cacciatori di frodo non si sono fatti ingannare dalle false dichiarazioni e giustificazioni dei fermati. Hanno così battuto la zona degli spari effettuati dall’auto e utilizzando il cane da traccia che gli agenti avevano al seguito, Aiko, hanno rinvenuto un primo esemplare di cervo maschio giovane, fusone, e una seconda cerva femmina adulta, quella abbattuta alle 3.30, che era stata opportunamente nascosta e occultata sotto felci e ginestre. Determinante per il rinvenimento dei cervi abbattuti il lavoro svolto dal cane in considerazione che le ricerche erano concentrate nel pieno dell’oscurità e per tanto di impossibile individuazione visiva ma l’olfatto del cane ha fatto la differenza. Gli agenti hanno così posto sotto sequestro le armi e i cervi abbattuti, dato comunicazione all’autorità giudiziaria per i provvedimenti del caso di carattere penale e sanzionato amministrativamente per alcune migliaia di euro per una serie di violazioni commesse alla legge sulla caccia. Pene accessorie sono previste in termini di sospensione del porto d’armi uso caccia e del tesserino regionale per la stagione venatoria successiva.
«ASSOLUTO MENEFREGHISMO DEL RISPETTO DELLE NORME»
«Ancora un importante risultato in contrasto alle azioni illecite - fanno sapere dal comando della polizia provinciale - l’aspetto che più ci preoccupa e nel contempo ci rammarica sono questi comportamenti, per fortuna di soggetti isolati, che denotano un assoluto menefreghismo del rispetto delle norme, un mancato rispetto etico nei confronti della selvaggina e dei cacciatori onesti. Mettere in atto tali espedienti illegali per abbattere sempre più animali quando le aspettative del risultato di caccia, a oggi sono comunque più che soddisfacenti nel rispetto della legge, denota comportamenti vergognosi e che vanno a danno dell’immagine dell’intera categoria dei cacciatori. Spiace che come spesso accade per colpa di pochi siano in tanti a subirne una squalificazione».
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