DONATI NUMEROSI LIBRI
Carcere di Busto: «Ben organizzato e decoroso»
La visita della Camera Penale alla casa circondariale. Segnalati i problemi endemici delle strutture italiane: sovraffollamento e carenza di personale

Martedì 5 agosto la Camera Penale di Busto Arsizio ha inviato una delegazione composta dagli avvocati Michela Ghiso, Anna Monica lelmini, Lorenzo Parachini, Samuele Genoni, Elisa Rocchitelli, Giovanni Pignataro e Andrea Febbraio presso la casa circondariale di Busto Arsizio. All’iniziativa ha aderito anche il consigliere del Comune di Gallarate, nonché consigliere provinciale, Marco Colombo. La delegazione è stata accolta e accompagnata durante una visita, che ha interessato l’intero istituto, dalla direttrice Maria Pitaniello, dalla responsabile dell’area trattamentale, Valentina Settineri, e dal personale della polizia penitenziaria.
«I partecipanti – si legge in una nota della Camera Penale – hanno avuto modo di visitare tutte sezioni dove sono risultati evidenti i problemi endemici degli istituti penitenziari italiani, tra i quali il sovraffollamento, la presenza di detenuti con patologie di carattere psichiatrico. Il tutto a fronte di un sottodimensionamento del personale di polizia penitenziaria e trattamentale, se rapportato al numero effettivo di detenuti. Tuttavia, molto è stato fatto a livello strutturale, nel solco delle attività intraprese e riscontrate già in occasione delle ultime due visite effettuate: rifacimento arredi interni, ristrutturazione di ampie aree dell’edificio pronte per essere destinate a varie iniziative. Si è potuto constatare come le iniziative volte all’apertura al territorio stiano proseguendo, consentendo la creazione di nuove attività imprenditoriali all’interno della struttura e, altresì, consentendo di aumentare l’offerta di lavoro in articolo 21 o.p. (l’articolo dell’ordinamento penitenziario che disciplina il lavoro all’esterno per i detenuti, ndr). In particolare, ci è stato illustrato il lavoro finalizzato a offrire ai detenuti opportunità non solo ricreative - teatro, ambienti di culto, palestra - ma anche lavorative grazie alla proficua collaborazione con realtà imprenditoriali locali che hanno accettato di offrire impiego, fondamentale per trasformare la solitudine e l’alienazione derivanti dalla condizione detentiva in occasione di crescita personale, anche in vista del futuro reinserimento sociale. Nel complesso si è trovata una struttura ben organizzata e decorosa. Tra le recenti innovazioni si deve segnalare anche il completo rifacimento delle cucine, sia da un punto di vista strutturale che di attrezzature».
In occasione della visita, la Camera Penale di Busto Arsizio ha donato all’istituto numerosi libri, raccolti tra gli iscritti.
L’approfondimento sulla Prealpina di mercoledì 6 agosto in edicola e disponibile anche in edizione digitale.
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