IL PERICOLO
Campanile instabile, serve il restauro
Problemi di sicurezza: gli esperti preventivano lavori per 3-400mila euro

La rimozione della croce della chiesa di San Giulio ha messo in luce la situazione molto critica, a livello strutturale, della sommità della torre campanaria. Non si trova in buono stato nemmeno il castello che sostiene le campane, inoltre va ricollocato il sistema parafulmini.
Si tratta di interventi molto costosi: in base ai primi sommari preventivi, è stata messa in conto una cifra che varia dai 300 ai 400mila euro. Solo per il ponteggio saranno necessari dai 90 ai 100mila euro, perché il campanile è molto alto, ben 92 metri. Fondi che la Parrocchia non possiede: per questo il parroco si appella ai fedeli e alla popolazione affinché, con generosità, facciano offerte consentendo la realizzazione delle opere.
«È un impegno gravoso, lo sappiamo, ma con l’impegno di tutti si può fare», ha sollecitato il parroco don Gianni Giudici. Ecco spiegato, dunque, il motivo per cui non è stata ancora riposizionata la croce rimossa lo scorso Natale perché rischiava di precipitare. Il basamento su cui poggiava la croce non è molto solido, serve un intervento complesso e costoso. In questi ultimi mesi un team di esperti ha studiato la situazione e presentato la richiesta di un contributo al bando “Beni al sicuro” di Fondazione Cariplo: se la richiesta fosse accolta, la Fondazione potrebbe contribuire alla spesa con 150mila euro. Ma la risposta si avrà solo a dicembre. Comunque andranno le cose, non si prospetta un restauro breve, perché ad allungare i tempi saranno le autorizzazioni che dovranno rilasciare sia la Curia che la Soprintendenza ai Beni Culturali.
L’allarme per la pericolosità della croce era scattato la sera della Vigilia di Natale del 2018, quando le raffiche di vento avevano fatto traballare il crocifisso in cima al campanile.
Il timore era che si staccasse da un momento all’altro, causando danni alla chiesa o alla casa parrocchiale, ma anche all’abitazione del custode del Comune: per questo si era proceduto allo sgombero, chiudendo per precauzione le strade circostanti, in particolare corso Matteotti, e spostando le celebrazioni del Natale alla chiesa di Castegnate.
Per rimuovere la croce erano intervenuti il Nucleo Saf (Speleo alpino fluviale) dei vigili del fuoco di via Messina a Milano, coadiuvati dai colleghi del distaccamento di Busto Arsizio-Gallarate, con l’ausilio di due autogrù di un’azienda privata.
Per una domenica il grande crocifisso era stato esposto, per volontà del parroco, all’interno di un’area transennata in piazza Paolo VI, perché potessero vederlo da vicino i fedeli che andavano a messa nella chiesa di San Giulio. Innumerevoli i cittadini che si erano fermati ad ammirarlo, tutti stupiti delle sue proporzioni: grosso e pesante, avrebbe potuto ferire gravemente qualcuno se fosse caduto come si temeva.
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