LA DECISIONE
Agrati rimane in carcere
Dopo l’interrogatorio il gip ha respinto la richiesta della difesa: «Può uccidere ancora»
Giuseppe Agrati resterà in carcere con l’accusa del duplice omicidio delle sorelle Carla e Maria.
Venerdì il gip Piera Bossi ha rigettato l’istanza di revoca presentata dalla difesa dopo l’interrogatorio. Il pericolo che il sessantottenne possa uccidere ancora è concreto «e reso possibile dai comportamenti dell’indagato antecedenti e successivi a al duplice omicidio», osserva il giudice.
Che spiega: «Questi indicatori comportamentali sono dimostrati dalla persistenza di un motivo di rancore legato a motivazioni economiche, dapprima focalizzati verso la sorella Carla e poi al nipote Andrea, ritenuto responsabile della riapertura delle indagini».
A riprova ci sono le intercettazioni ambientali dello scorso marzo, dalle quali trapela la rabbia nei confronti di Andrea Agrati.
Durante l’interrogatorio il giudice avrebbe voluto comprendere e fare luce sulla presunta sottrazione di fondi milionari che l’indagato attribuisce a Carla. Ma il chiarimento non è arrivato perché «con atteggiamento di sufficienza, dopo aver fatto cenno a brevetti di equazioni matematiche utili nel settore militare, ha affermato «è meglio che non lo sappiate, lasci perdere, meno se ne sa e meglio è».
Giuseppe Agrati è in carcere da sabato scorso: la svolta alle indagini partite dal rogo del 13 aprile 2015 è arrivata grazie all’avocazione della procura generale della corte d’appello di Milano, che ha assunto la competenza dell’inchiesta subito dopo la richiesta della procura di Busto di archiviare il caso.
«Presentiamo il ricorso al tribunale del riesame», annuncia l’avvocato Giuseppe Lauria, codifensore con Desirèe Pagani. «A nostro avviso non c’è l’attualità delle esigenze cautelari, dopo tutti questi anni non è il caso di portare in cella un uomo anziano», sottolinea Lauria, convinto dell’innocenza del suo assistito.
«Il movente economico a nostro avviso non regge: dimostreremo che Agrati ha più di una proprietà immobiliare e almeno 200mila euro disponibili. Perché avrebbe dovuto ambire all’eredità?». Il legale intende sviscerare anche gli elementi tecnici che supportano l’accusa: «Nomineremo un consulente, perché vogliamo capire come vigili del fuoco e carabinieri del reparto scientifico abbiano rilevato i tre punti di innesco di cui si parla nell’ordinanza di custodia cautelare».
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