IL PROGETTO
Sette anni per riempire la discarica
La crisi dell’edilizia ha costretto il gestore a rivolgersi a Città metropolitana
Sono da cercare nella crisi economica e nelle oggettive difficoltà di riempire un buco di oltre 2 milioni di metri cubi, le ragioni che hanno portato alla richiesta di riaprire la discarica della Baraggia.
La crisi dell’edilizia
Lo si evince chiaramente dalle documentazioni presentate in municipio da Ecoceresc srl (la ex Simec) l’azienda privata che in virtù della convenzione con i comuni di Cerro Maggiore e Rescaldina, nel 2010 aveva iniziato a conferire terre e rocce di scavo nella voragine. Non riuscendo nell’impresa di chiudere il lotto rimasto aperto (si è arrivati appena al 3.58% della capienza) la società si è mossa su vari fronti. Ai due comuni ha chiesto di prorogare la convenzione che nel frattempo è scaduta, mentre a Città metropolitana ha inoltrato domanda per poter realizzare un impianto finalizzato a smaltire esclusivamente “rifiuti non pericolosi, stabili, non biodegradabili e non reattivi”, che dovrà affrontare un lungo iter burocratico.
Il progetto dell’ex Simec
In pratica si passerebbe da un’operazione di riempimento di una ex cava con semplice terra, a trasformare il sito in una “discarica di rifiuti non pericolosi”. L’esiguità dei conferimenti di terra e rocce è dovuta a due fattori. Il primo è «la nota crisi del settore edilizio e delle opere pubbliche, che ha considerevolmente ridotto la produzione di terre e rocce di scavo con caratteristiche idonee, e la presenza di molti siti, nelle vicinanze, per smaltire tale materiale». La seconda è che «l’elevata offerta di mercato ha ridotto considerevolmente i prezzi, non rendendo appetibile il sito Baraggia, gravato da costi elevati ulteriori, dovuti agli accordi convenzionali, rispetto a quelli di un impianto di smaltimento». La società ha così escluso la possibilità di continuare a conferire semplice terra, perché l’operazione è antieconomica. Da qui la richiesta di riaprire la discarica.
Se Città metropolitana accoglierà la proposta, nella Baraggia non andranno comunque rifiuti come quelli di casa o peggio veleni di chissà quale natura. Si tratterà di inerti, fanghi e terre provenienti da attività di recupero, tutti materiali non pericolosi. Le operazioni durerebbero circa 7 anni. In tutto all’ex Baraggia sarebbero conferiti poco meno di 2 milioni di metri cubi di rifiuti.
Le reazioni
Intanto, la notizia emersa grazie a indiscrezioni rese note dal Movimento 5 Stelle sta infiammando la campagna elettorale per le amministrative del 10 giugno. Il candidato Alex Airoldi ha confermato che, in occasione del prossimo confronto pubblico tra gli aspiranti sindaci, previsto il 4 giugno, chiederà di sottoscrivere a tutti la sua proposta verso un impegno unitario per dire no alla possibile riapertura della discarica, chiedendo che anzi l’intera area resti vincolata con un suo inserimento nel parco locale di interesse sovracomunale “Dei Mughetti”.
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