LA TRUFFA
Circonvenzione di incapace: tre arresti
Operazione dei carabinieri di Gallarate a Varese e Arese: nei guai padre, figlio e nuora.

Questa mattina, sabato 7 agosto, i carabinieri di Gallarate hanno arrestato tre persone a Varese e ad Arese con le accuse di circonvenzione d’incapace e truffe immobiliari: si tratta di due italiani, padre e figlio di 68 e 48 anni, conosciuti alle forze dell’ordine, e della moglie brasiliana di quest’ultimo, 34 anni, incensurata.
I tre nel 2018 si erano approfittati di un anziano allora di 83 anni residente a Sumirago: nel giro di poco meno di un anno, questi erano riusciti a portare via alla loro vittima tutto il patrimonio mobiliare e immobiliare, prosciugandogli i conti correnti bancari (oltre 25.000 euro) e provando a vendere, a sua insaputa, le case ed i terreni di proprietà, situati a Sumirago.
A seguito della morte dell’uomo, avvenuta nel mese di giugno 2019, e di una segnalazione dell’amministratore di sostegno nel frattempo nominato dal giudice tutelare, sono partite le indagini dalle quali è emerso che i tre indagati erano riusciti ad insediarsi stabilmente nell’abitazione dell’anziano, con la scusa di accudirlo ma, di fatto, maltrattandolo, somministrandogli farmaci sedativi al fine di fargli perdere le capacità cognitive, impossessandosi di carte di credito e documenti, adibendo, infine, il suo appartamento a vera e propria agenzia immobiliare.
Nel frattempo, rivolgendosi a mercatini dell’usato di Gallarate, hanno venduto tutti gli arredi presenti nelle case (tra cui anche un antico juke box di valore) e, con atto notarile, tramite anche la produzione di documenti falsi, hanno venduto fittiziamente l’abitazione principale della vittima alla donna brasiliana che l’ha poi a sua volta alienata a un ignaro acquirente, al prezzo di oltre 60.000 euro.
Nel corso delle indagini, gli inquirenti hanno anche scoperto che gli arrestati avevano tentato, e in alcuni casi portato a termine, (riuscendo a sottrarre oltre 50.000 euro), una serie di truffe immobiliari ai danni di vari istituti di credito, per impossessarsi delle somme erogate come mutui.
In sostanza, falsificando documentazione bancaria, reddituale e di identità, provavano a vendere immobili di comodo, tra cui anche quelli della persona offesa, a compiacenti prestanome, intascandosi poi le somme del mutuo erogato dalla banca truffata.
In un caso, un notaio della zona si era addirittura accorto che, all’atto del rogito, l’acquirente si era presentato in studio con un documento di identità falso e lo aveva fatto arrestare in flagranza dalle forze di polizia.
La donna brasiliana è stata sottoposta alla misura degli arresti domiciliari per il reato di circonvenzione di incapace e per l’indebito utilizzo di carte di pagamento; i due italiani sono stati invece fermati e portati nelle carceri di San Vittore e Varese per i reati di circonvenzione di incapace e per i falsi ideologici compiuti in occasione delle truffe tentate e consumate ai danni delle banche e dei notai.
Dulcis in fundo, i militari hanno inoltre dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo, emesso dal tribunale di Busto Arsizio, relativo all’immobile utilizzato per effettuare alcune truffe immobiliari, situato nel comune di Inarzo.
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