LA DENUNCIA
Clandestini si lavano al cimitero
Irregolari nelle vecchie fabbriche attorno alla stazione: tagliati diversi lucchetti

Gli immigrati clandestini hanno tagliato i lucchetti per entrare nelle vecchie fabbriche abbandonate dietro la stazione, e adesso utilizzano i bagni del cimitero maggiore per lavarsi o a anche semplicemente per andare a prendere l’acqua necessaria per bere e cucinare.
«La situazione non passa inosservata a chi si reca al campo santo per visitare i propri cari - dicono alcuni pensionati saronnesi -. Si tratta di presenze che in passato si erano via via diradate, ma evidentemente i clandestini sono ritornati nelle zone dismesse attorno al cimitero, e non sapendo dove andare per lavarsi ed approvvigionarsi d’acqua potabile, stanno diventando una presenza abituale nei bagni e nei vialetti tra le tombe, dove ci sono le fontanelle».
Questa la denuncia dei saronnesi, che non è difficile da verificare: basta fare un giro tra via Milano e via Varese, spingendosi poi fino a via Balaguer, dove c’è il grande complesso di aree ex industriali che si trova alle spalle della stazione ferroviaria Saronno centro.
L’area costeggi i binari, in alcuni tratti la recinzione in filo di ferro è divelta e passare è un gioco da ragazzi: altrove è danneggiato anche il muro di cinta, mentre sui cancelli ci sono catene i cui lucchetti sono stati tagliati. Insomma: uno scenario simile a quello che anni fa caratterizzava quella zona a due passi dal centro di Saronno, dove è tutto un susseguirsi di capannoni ed edifici da tanti anni abbandonati.
Alcuni immobili sono ancora in discrete condizioni, e in passato erano stati trasformati in improvvisati dormitori da stranieri senza tetto. Stranieri che in quel quartiere avevano anche portato il problema dello spaccio di droga, per un certo periodo davvero fiorente. Poi una serie di retate da parte delle forze dell’ordine aveva spinto gli irregolari a cambiare aria, almeno per qualche tempo.
Ma a quanto pare adesso gli stranieri sono ritornati: difficile sbilanciarsi nel dire quante persone abbiano di nuovo portato il loro domicilio all’interno delle aree dismesse, o comunque ci vadano a dormire.
I campanelli d’allarme comunque non mancano, e cresce la preoccupazione di chi abita attorno alla ferrovia. Anche perché se quindici anni fa le aree dismesse erano popolate anche da immigrati che lavoravano in nero nel settore dell’edilizia, adesso negli hotel dei disperati sono rimasti solamente gli spacciatori.
Attorno al cimitero e alla stazione, dove il fenomeno dello smercio di stupefacenti costituisce la quotidianità malgrado i continui controlli di polizia e carabinieri, i fermi e gli arresti sono avvenuti anche negli ultimi tempi. Ma l’impressione è che arrestato uno straniero ce ne sia sempre un altro pronto a prendere il suo posto.
Ecco perché oggi nel cimitero maggiore si allunga la fila di chi ha bisogno d’acqua.
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