ARTE
Con L’Arlesiana Van Gogh è ospite a Palazzo Citterio
Il Ritratto di Madame Ginoux dipinto nel 1890 proviene dalla Gam di Roma. La proprietaria del Café de la Gare di Arles aiutò l’artista nei momenti bui

«Sotto il cielo blu, le macchie di arancione, di giallo e di rosso dei fiori hanno una luminosità che abbaglia, e nell’aria limpida c’è qualcosa di più allegro e di più dolce che nel nord». Così scriveva Vincent Van Gogh (1853-1890) al fratello Theo da Arles, la cittadina in Provenza dove si era trasferito un giorno di febbraio del 1888, alla ricerca della luce del mezzogiorno e di un colore nuovo. Il soggiorno ad Arles è, nella vita del pittore, l’epoca più produttiva in dipinti e disegni: oltre 300 opere nello spazio di 15 mesi. Sono i giorni del sogno della Casa Gialla, un luogo in cui condividere la vita con gli amici artisti. Un sogno infranto in seguito al litigio con Gauguin e al noto episodio del taglio dell’orecchio. In questo lungo periodo una figura femminile è stata accanto a Vincent con attenzione materna: Marie Ginoux, moglie del proprietario del Café de la Gare di Arles, da cui van Gogh aveva preso in affitto la Casa Gialla. A lei Vincent dedica numerosi ritratti, realizzati nel febbraio 1890, durante il difficile periodo del ricovero a San Remy, basandosi su un disegno di Gauguin e sui ricordi personali. Uno di questi, conservato alla GNAMC – Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma – è ospite a Palazzo Citterio a Milano, spazio della Grande Brera riaperto al pubblico lo scorso 7 dicembre. Si inaugura così il nuovo ciclo di esposizioni dal titolo L’Ospite che vedrà Palazzo Citterio ricevere opere particolarmente significative della storia dell’arte, in prestito temporaneo da prestigiosi musei e istituzioni. «Un progetto – spiega il Direttore Generale della Pinacoteca di Brera, Angelo Crespi - che attua il tema della valorizzazione delle collezioni nel modo più semplice e immediato, e nello stesso tempo prestigioso». Il ritratto di Madame Ginoux esposto a Palazzo Citterio presenta, come gli altri della serie, la donna negli abiti tradizionali provenzali, ma differisce per la posa, oltre che per l’espressione malinconica e la cromia più chiara e pacata. Ci sono due libri sul tavolo: La capanna dello zio Tom, di Harriet Beecker Stowe e I racconti di Natale di Charles Dickens. Con questo dettaglio Van Gogh allude forse ai valori umanitari e alla capacità di compassione della donna con cui si era instaurato un importante rapporto di empatia e comprensione reciproca grazie al sostegno durante le crisi depressive di cui soffrivano entrambi. Il valore simbolico del ritratto trova conferma nelle parole dell’artista, che scrive a Paul Gauguin: «è un quadro che lei comprenderà, Lei, io e poche altre persone sappiamo come vorremmo che fosse capito».
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