STUDIO LIUC
Con l’intelligenza artificiale la produzione cresce
Positivi i primi esperimenti nelle aziende

Intelligenza artificiale, due parole per un concetto che è alquanto divisivo. Difatti le nuove frontiere legate proprio a questa rivoluzione suscitano sentimenti e opinioni diverse per quella che sarà comunque, piaccia o non piaccia, una vera e propria rivoluzione per la nostra vita.
«È importante non cadere in atteggiamenti trionfalistici ma neppure in quelli catastrofistici - spiega Aurelio Ravarini, professore associato di sistemi informativi della Liuc-Università Cattaneo - A volte si ha paura dei cambiamenti, si pensa al fatto che si tratti, in questo caso, di un fenomeno che non si riesce a governare. Al momento però è meglio non trarre conclusioni affrettate: l’intelligenza artificiale in economia riserva per il futuro delle possibilità, non parlerei di opportunità ma proprio di possibilità».
C’È CHI STORCE IL NASO
Dunque, un campo assai vasto di possibili applicazioni, alcune delle quali fanno però già storcere il naso ad alcune categorie, pensiamo ad esempio alla nota Chat Gpt, che non pochi problemi sta sollevando anche tra i giornalisti. Infatti l’idea di poter creare dei contenuti di testo, quindi degli articoli, direttamente con un programma informatico, preoccupa eccome, anche se in tanti ritengono che il fattore umano nelle redazioni dei giornali, e non solo, sarà ancora indispensabile. «Al tema “intelligenza artificiale” c’è un approccio umanistico e uno economico. Ciò che serve, più in generale, è un approccio multidisciplinare, finora ci sono pochi casi studiati sull’intelligenza generativa, occorre essere cauti», precisa Ravarini. Insomma, riguardo a questo tema che affascina alcuni e preoccupa altri, è presto per trarre delle conclusioni.
MATERIA IN EVOLUZIONE
La materia è infatti in continua evoluzione. «Fino a un mese fa c’erano delle “previsioni di impatto” sul mondo del lavoro, ovvero nel rapporto fra posti persi e posti creati: da un paio di settimane si vedono già studi sull’utilizzo di questo strumento - e quindi non si parla più di sole previsioni - da parte di aziende che stanno appunto già operando in tal senso: i risultati preliminari sono da leggersi in un incremento della produttività», spiega ancora il professor Ravarini. Di questi e altri aspetti si è discusso nei giorni scorsi negli Stati Uniti, in occasione dell’incontro organizzato da Liuc Alumni a New York, presso il chapter dell’Associazione dei Laureati Liuc nella Grande Mela (che si trova nelle sede di Funaro & Co al 41° piano dell’Empire State Building). Tema dell’incontro: “Impatti dell’intelligenza artificiale sul business: sfide e opportunità”.
Tra gli speaker, Robert Cohen, docente della Seton Hall University ed esperto di informatica e business management, con una lunga esperienza come Chief Information Officer. C’è quindi tanto fervore intorno a questo argomento, a partire proprio dall’interesse che suscita anche alle nostre latitudini, con l’impegno dell’università di Castellanza. Non resta quindi che attendere e continuare a studiare e monitorare l’evolversi della situazione riguardo a questa nuova frontiera che è destinata comunque a coinvolgerci sempre di più nel nostro modus vivendi (e operandi) quotidiano.
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