CORONAVIRUS
Aeroporti e stazioni semideserti
Alle 10 l’ultimo atterraggio Alitalia prima dello stop. Si fermano anche British Airways e EasyJet. In Centrale controlli della Polfer sui viaggiatori in partenza

Emergenza coronavirus, risveglio “silenzioso” nel giorno 2 dal decreto che ha di fatto “rossificato” l’intera Lombardia e altre 14 province del Nord-Centro Italia (da oggi chiamata Zona 1).
Con strade tutto sommato trafficate, sia pure con un flusso paragonabile a una qualsiasi giornata estiva (gli unici mezzi presenti in massa sono i Tir), stazioni e aeroporti quasi deserti.
Malpensa resta aperto, ma Alitalia ha sospeso i voli dallo scalo della brughiera a partire da oggi. La comunicazione dello stop ai voli di Alitalia è arrivata domenica. Ultimo atterraggio alle 9.56, con ben 44 minuti di anticipo sulle 10.40 previste, quello del volo da New York JFK AZ605. Dopodiché lo stop.
«Gli aeroporti della zona 1 rimangono aperti», l’Enac (ente per l’aviazione civile) conferma che Malpensa, Linate e tutti gli scali della cosiddetta zona 1 - il perimetro disegnato dal decreto del governo - resteranno aperti.
Intanto ieri dal sindacato Cub trasporti Linate Malpensa, Renzo Canavesi ha fatto sentire la sua voce: «L’attività degli scali milanesi rischia di essere sospesa o quantomeno ridotta. Questa situazione comporterà disagi e preoccupazioni tra i lavoratori. Dobbiamo collaborare con le autorità e avere la capacità di creare inutili allarmismi». E puntualizza: «Come sindacato dobbiamo prepararci, se sarà necessario, a combattere contro i soliti tentativi di utilizzare la situazione per altri fini. Già nei giorni scorsi abbiamo denunciato chi costringeva ad abbandonare il lavoro senza nessuna copertura economica. Questa grave situazione non può giustificare nessun licenziamento o sopruso ai danni dei lavoratori».
Se Malpensa al momento (Alitalia a parte) sembra lavorare su ritmi “quasi” regolari (anche se i voli partono con moltissimi posti vuoti), a Linate la riduzione del traffico è notevole.
Una delle compagnie che più hanno ridotto i voli in partenza e arrivo all’aeroporto di Milano Linate è sempre Alitalia: ad oggi in partenza dall’hub cittadino per Alitalia sono rimasti, in totale, 26 voli. Prima dell’emergenza Coronavirus erano 204: una riduzione e razionalizzazione progressiva avviata già a fine febbraio con i primi casi italiani di Covid 19, a cui hanno fatto seguito restrizioni governative di altri Paesi, un calo di prenotazioni e in ultimo le ordinanze precauzionali del governo italiano. In particolare, da Linate Alitalia ha cancellato tutte le destinazioni internazionali (dirottate su Roma Fiumicino), e sono al momento confermati 2 voli al giorno andata - ritorno per Londra, Alghero, Cagliari, Bari, Brindisi, Lamezia Terme, Palermo, Catania, Napoli, Perugia e 3 voli andata - ritorno per Roma.
STOP BRITISH AIRWAYS E EASYJET
British Airways ha annunciato la cancellazione dei suoi voli da e per Milano Malpensa, Linate, Bergamo e Venezia sulla scia dello “sconsiglio” di viaggio in tutta la Lombardia e nelle 14 province isolate dal decreto del governo Conte formalizzato ieri dal Foreign Office britannico. La compagnia di bandiera ha inoltre confermato il taglio di una parte dei collegamenti col resto d’Italia per il calo delle prenotazioni. Revisione e cancellazione dei voli verso Milano, Venezia e Verona annunciate anche da EasyJet.
TRENI VUOTI E CONTROLLI
Treni regolari, poche persone in partenza, qualche pendolare in arrivo alla Stazione Centrale di Milano. Questa la situazione nelle ore del mattino dopo la direttiva inviata dal Viminale alle prefetture per monitorare gli spostamenti dei cittadini nelle aree più critiche per il coronavirus. I pochi cittadini in partenza si presentavano con il biglietto e venivano controllato dagli addetti delle ferrovie prima di accedere al binario, come sempre. C’è chi va a Firenze, a Bologna, a Roma, a Napoli, a Grosseto, a Verona, in Svizzera. Solo un passeggero diretto a Napoli per lavoro mostra la certificazione rilasciata dal datore di lavoro che giustifica la necessità dello spostamento. L’unico lieve viavai di gente in stazione è rappresentato dall’arrivo di quei pochi pendolari che arrivano a Milano per lavoro, da Treviglio, da Brescia, da Piacenza, da Pavia, su treni “praticamente vuoti”.
Intorno alle 10 sono iniziati i controlli ai viaggiatori in partenza da parte della Polizia. Agli ingressi per accedere al binario, dove vengono controllati i biglietti, è stato predisposto un apposito desk per il controllo degli accessi dove il personale della Polfer, assieme a quello dell’esercito, controllano le partenze e fanno compilare e firmare ai viaggiatori l’autocertificazione dove devono specificare da dove arrivano, dove sono diretti e per quali motivi stanno viaggiando (comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità, motivi di salute). Le persone che rientrano a casa, dove hanno la residenza o il domicilio, non devono firmare alcuna certificazione. Al varco, anche se i viaggiatori sono pochi, si è comunque creata una lunga fila di persone in attesa. Le operazioni infatti risultano lente perché molti viaggiatori non hanno l’autocertificazione e la devono compilare al momento.
ASSURDO FUGGIRE
«Non c'è nessunissimo motivo di scappare da Milano, è ingiustificato. A Milano continua una vita regolare, si va a lavorare la mattina, se poi uno dice “se non faccio l’aperitivo non posso vivere”... l’aperitivo non è sicuramente una cosa necessaria, si deve uscire di casa per andare e tornare dal lavoro, per acquistare cibo e medicinali. Ma la vita continua regolare a Milano, io la mattina vado a lavorare come tanti cittadini». Questo il monito del presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana intervistato a Mattino Cinque.
Sull'apertura dei bar e ristoranti fino alle 18, Fontana ha spiegato che serve per coloro che vanno al lavoro e devono avere un luogo dove poter pranzare: «Se poi si portano il pasto da casa, allora magari risparmiano e fanno un vantaggio sia alla loro salute sia a quella degli altri».
GALLERA
«Se tutto questo ancora non serve, forse vanno inasprite le misure per limitare il contagio del Coronavirus»: l’ha detto a Mattino 5 l’assessore al Welfare della Lombardia Giulio Gallera, e queste saranno «sui trasporti e sulla libertà di movimento».
I posti in terapia intensiva occupati da pazienti di Coronavirus il 28 febbraio «Erano 57, adesso sono 399, il 700% in più e cosa succederà fra dieci giorni?. L'alternativa è che la gente capisca e si autolimiti - ha aggiunto Gallera - o serviranno forse misure più drastiche, o dovremo prendere atto che non riusciamo più a curare le persone. Cose che entrambe non vorrei mai».
«Tutte le aziende che possono fare smart working, lo devono fare», ha aggiunto l’assessore.
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