CORONAVIRUS
Legnano e Varese punto di riferimento
L’assessore Gallera ha fornito alcune precisazioni sulle nuove restrizioni: «Per lavoro ci si può spostare». I due ospedali accoglieranno pazienti per tutte le urgenze non legate al Covid-19

Gli ospedali di Varese e Legnano diventano punto di riferimento, insieme ad altri 16 in Lombardia, per la gestione delle degenze tempo-dipendente riferite a quelle urgenze (traumi maggiori, neurochirurgia, neurologia, cardiologia interventistica e cardiochirurgia) che non riguardano il coronavirus.
Lo ha annunciato oggi, domenica 8 marzo, l’assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera, in videoconferenza da Palazzo Lombardia. E dunque, dei 108 presidi ospedalieri (pubblici) in Lombardia, 18 «che sono quelli meno sotto pressione per quanto riguarda l’emergenza Covid-19», andranno ad accogliere i pazienti che le altre strutture non riescono a trattare in quanto impegnate, totalmente o in modo prevalente, col coronavirus.
Questa decisione è stata assunta oggi con una delibera di giunta. «La riunione è stata convocata alle 11 di questa mattina per le 3 del pomeriggio» ha precisato Gallera.
L’assessore al Welfare ha parlato del decreto del presidente del Consiglio, spiegando che i dubbi interpretativi «devono essere chiariti dal governo». Ma qualche dubbio è stato dissolto già dallo stesso Gallera: in primis quello sugli spostamenti. «Ci si può spostare da una provincia all’altra e anche fuori dalla regione per lavoro, quando questo non può essere svolto da casa». Tra le emergenze che consentono gli spostamenti, l’esponente dela giunta Fontana ha indicato anche le attività primarie «come fare la spesa». «Ma sono incomprensibili gli assalti di oggi ai supermercati, creano assembramenti che vanno nella direzione contraria di quello che si dovrebbe fare. L’approvvigionamento delle merci prosegue regolarmente e le attività che vengono prodotti alimentari restano aperte».
Gallera ha infatti precisato che lo stop nei prefestivi e nei festivi imposto a centri commerciali e attività di media e grande distribuzione non riguarda la vendita di prodotti alimentari.
Il bilancio del coronavirus in Lombardia fa registrare ancora numeri in grande crescita e giudicati dallo stesso Gallera «allarmanti»: 4189 le persone contagiate (769 in più rispetto a ieri, sabato 7 marzo), 2217 i ricoverati non in terapia intensiva, 399 quelli in terapia intensiva «di cui il 65% persone con oltre 60 anni), 756 le persone in isolamento domiciliare, 550 i guariti e quindi dimessi, 257 le persone decedute per coronavirus, «quasi tutte sopra i 75 anni», ma 113 nelle ultime 36 ore.
Gallera ha rinnovato quindi l’appello «a stare casa», aggiungendo che «solo noi, con i comportamenti individuali, possiamo bloccare l’espansione del virus».
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