CORONAVIRUS
In cattedra davanti al vuoto
Studenti connessi da casa, ma docenti attivi a porte chiuse. E c’è un preside che resta solo con la campanella. Primo positivo in Vaticano. Gallera: «Pronti 315 nuovi infermieri»
Porte chiuse e banchi vuoti. Ma docenti presenti in cattedra a Varese come a Como. Le lezioni da ieri, giovedì 5 marzo, si seguono in contemporanea oppure in “differita”, pubblicate sulla piattaforma e-learning.
«L’Università dell’Insubria non si ferma – commenta il rettore Angelo Tagliabue –. È importante affrontare la situazione con positività e fiducia. Il grande potenziale innovativo dell’ateneo viene attivato per limitare i disagi agli studenti».
Alcuni docenti avevano già iniziato a tenere lezione in videoconferenza, collegati con gli studenti. A coordinare ora il calendario telematico è Mauro Ferrari, delegato alla Didattica. Coordinarsi nel modo migliore è importante, perché sulla piattaforma e-learning sono proposte anche lezioni registrate per altri motivi lo scorso anno.
Ferve intanto l’attesa per la seduta di laurea del 9 marzo per nove infermieri, 5 di Varese e 4 di Como: la cerimonia, al momento, è confermata ed è prevista al Collegio Cattaneo di Varese in forma riservata e ristretta: per i parenti degli studenti si pensa a una videoconferenza. Troppe persone nella stessa aula non sono consentite.
Oltre ai docenti, anche il personale dell’università può usare gli strumenti telematici e lavorare da casa in smart working: l’iniziativa riguarda già da lunedì 2 marzo sessanta dipendenti (di cui 15 della sede di Como), soprattutto mamme e soggetti con problemi di salute o parenti da accudire. Altri quindici impiegati già fanno telelavoro a tempo pieno o parziale.
Intanto, nell’ateneo, sono in corso pulizie straordinarie, sanificazione e disinfestazione quotidiana degli ambienti, con fornitura di sapone battericida e installazione di erogatori di gel disinfettante e cartelli con le misure igieniche da seguire, come da indicazioni ministeriali.
Nessuno può accedere salvo il personale autorizzato, quindi sono saltati gli open day per gli studenti delle scuole secondarie previsti sabato 7 a Varese e il 21 marzo a Como. Tutto slitta al prossimo 16 maggio.
Alla Liuc di Castellanza ci si comporta in modo simile. Si è deciso di individuare in modo razionale le metodologie didattiche più adatte per ogni singolo corso e le relative tecnologie da utilizzare.
«Il rapporto diretto con gli studenti – spiega il professor Aurelio Ravarini, delegato del Rettore all’Innovazione Didattica – è uno dei nostri punti di forza, grazie anche alle dimensioni contenute dell’ateneo. In questo contesto, caratterizzato da una percentuale molto alta di studenti frequentanti, abbiamo comunque introdotto da tempo alcune metodologie innovative. I servizi già a disposizione sono stati tarati per arrivare alla definizione di linee guida, dopo aver messo alla prova diverse soluzioni e aver individuato quelle più adatte a noi».
Sono attive lezioni audio/video in diretta o registrate, insieme a strumenti di discussione sincrona e asincrona. A seconda del tipo di insegnamento e delle dimensioni della classe, ogni docente può scegliere o anche affiancare diversi strumenti.
La piattaforma Liuc E-corsi permette dal 2 marzo la didattica a distanza. Prima si è avviata una sperimentazione. «La risposta di studenti e docenti - precisa Ravarini - è stata finora molto positiva. Altrettanto determinante lo sforzo della struttura, con un particolare coinvolgimento della Biblioteca e dei Sistemi Informativi».
IL PRESIDE SOLO CON LA CAMPANELLA
«La campanella suona e continuerà a farlo, anche se non ci siete vi aspetta. Ci mancate». Finisce così la lettera scritta dal dirigente scolastico dell’istituto Montessori di Cardano Al Campo, Giuseppe Reho, indirizzata ai suoi alunni.
Una lettera scritta per ricordare loro, ma allo stesso tempo anche a tutte le figure collegate al mondo scolastico, che nonostante la sospensione delle attività didattiche a causa del Coronavirus, la campanella continui a svolgere il suo lavoro: scandire il tempo all’interno del plesso.
E il dirigente, che in questi giorni di chiusura si è recato in istituto coi suoi collaboratori «per continuare l’azione amministrativa e adottare quei necessari provvedimenti per fronteggiare l’emergenza», ammette di essere rimasto colpito dalla campanella.
In una atmosfera «quasi surreale» il dirigente svela di aver avvertito il cuore «come in preda alla desolazione e allo sconforto» perché il ritmo «rappresentava la vita a scuola, che oggi sembra essersi interrotta». E così, per un attimo, ha pensato di spegnere quel suono. Una «folle idea» abbandonata subito perché «avrebbe rappresentato un taglio all’esistenza».
PRIMO POSITIVO IN VATICANO
Primo tampone positivo in Vaticano.
«Questa mattina sono stati temporaneamente sospesi tutti i servizi ambulatoriali della Direzione Sanità e Igiene dello Stato della Città del Vaticano per poter sanificare gli ambienti a seguito di una positività al Covid-19 riscontrata in un paziente. Rimane però in funzione il presidio di Pronto soccorso. La Direzione Sanità e Igiene sta provvedendo ad informare le competenti autorità italiane e nel frattempo sono stati avviati i protocolli sanitari previsti». Lo riferisce il portavoce vaticano Matteo Bruni.
«ASSUMEREMO 315 INFERMIERI»
«Nei prossimi dieci giorni assumeremo 315 infermieri». Lo ha detto l’assessore al Welfare della Regione Lombardia Giulio Gallera in collegamento con Unomattina su Rai 1.
«Ringrazio i rettori, perché abbiamo anticipato le sessioni di laurea degli infermieri e da qui ai prossimi dieci giorni assumeremo 315 infermieri che si stanno laureando» ha spiegato Gallera.
«CONFRONTO CON IL GOVERNO SULLE ZONE ROSSE»
Successivamente, in collegamento con Agorà su Rai 3, l’assessore al Welfare è tornato sulla possibilità di riaprire le zone rosse nel lodigiano da settimana prossima: «Noi stiamo aspettando di valutare i dati, se ci evidenziano una riduzione della crescita in quell'area o magari una riduzione dei casi, un picco che scende. Lo faremo sabato, ci confronteremo con il governo e poi capiremo».
Quanto all’apertura di una nuova zona rossa nei comuni di Alzano Lombardo e Nembro, nella bergamasca, Gallera ha ribadito che la Regione sta attendendo «le valutazioni dell’Istituto Superiore di Sanità e del comitato tecnico. A noi risulta che dai loro approfondimenti ci sarebbe un orientamento in tal senso. Alla luce dei numeri così fortemente crescenti condividiamo le riflessioni che sta maturando l’Iss, attendiamo però le decisioni del governo».
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