CORONAVIRUS
Rsa, l’inchiesta si allarga
Dopo le perquisizioni al Trivulzio, la Finanza acquisisce documenti in Regione
Acquisizioni di documenti negli uffici della Regione Lombardia da parte del Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf di Milano, nell’inchiesta in più filoni che vede al centro il Pio Albergo Trivulzio e altre Rsa milanesi per la gestione di ospiti anziani e pazienti nell’emergenza Coronavirus.
Precisamente, le fiamme gialle sono andate su appuntamento negli uffici dell’avvocatura. Quelle di ieri al Trivulzio, invece, erano state delle perquisizioni perché nell’indagine sono indagati il direttore generale Giuseppe Calicchio e l’istituto.
Dall’inizio dell’emergenza Coronavirus, su oltre 600 Rsa, centri di riabilitazione e lungodegenza e case di riposo controllati dai carabinieri del Nas, il 17% presentava irregolarità relative alla gestione delle procedure e degli spazi riservati a possibili casi di positività per il Covid-19 o alla formazione di operatori e la dotazione di dispositivi protettivi. Nelle 104 strutture non in regola, 61 persone sono state denunciate e 157 sanzionante. A causa delle gravi carenze sono state sospese o chiuse 15 attività ricettive, mentre i pazienti sono stati trasferiti in altri centri.
L’acquisizione di documenti negli uffici della Regione Lombardia da parte della Finanza punta, da quanto si è saputo, a raccogliere atti e altro materiale sulle direttive che l’amministrazione regionale e l’assessorato al Welfare hanno dato al Pio Albergo Trivulzio e alle rsa sulla gestione degli anziani e dei pazienti. L’attività è diretta conseguenza di quella effettuata ieri al Trivulzio e poi le carte raccolte dovranno essere sottoposte alle verifiche incrociate degli investigatori. Oltre che sul sequestro dei referti (si dovranno accertare eventuali omissioni e correlazioni tra le morti e i contagi), le attività degli investigatori si sono concentrate sulla gestione organizzativa interna dell’istituto ma anche sulle direttive date dall’amministrazione regionale al Pat, così come ad altre Rsa, in questa fase di emergenza. E, in particolare, su quei “nuovi arrivi” di pazienti (una ventina), quando era già scoppiata l’epidemia, anche se ufficialmente la struttura non avrebbe ricoverato malati Covid. Una delibera regionale dell’8 marzo, però, ha dato la possibilità alle Rsa di accoglierli.
E proprio i “rapporti” tra Trivulzio e Regione saranno approfonditi e oggetto delle verifiche incrociate sulle carte e sul materiale informatico acquisito: il Pat, infatti, ha fatto da centro di “smistamento” verso altre strutture dei malati di Coronavirus “a bassa intensità”, che venivano dimessi da ospedali in difficoltà. Una “commistione” che potrebbe aver creato dei focolai, anche se la Regione diede l’indicazione di usare reparti separati rispetto alle residenze per gli anziani.
Al Pat è stata anche sequestrata la documentazione sui tamponi (pochissimi quelli effettuati nelle Rsa su anziani e operatori) e poi le disposizioni interne sull’uso delle mascherine, ma agli atti sono finiti anche carteggi ed email su disposizioni interne e regionali. Il dg, difeso dal legale Vinicio Nardo, ha spiegato, di fronte agli ispettori del Ministero della Salute nei giorni scorsi, di aver seguito protocolli e delibere, sia interne che regionali.
Intanto sono più di ventimila le firme raccolte in 24 ore per la petizione che chiede di “Commissariare la sanità lombarda” lanciata dalla rete di associazioni, partiti e movimenti politici della sinistra milanese Milano 2030 su change.org e rivolta alla presidenza del Consiglio.
«Milano 2030 - si legge nell’appello - denuncia le scelte della Giunta lombarda, causa del gravissimo impatto del Covid19 in Lombardia, e chiede la nomina di un commissario ad acta per la sanità regionale. La frammentazione dell’assistenza territoriale, la decisione di trasferire i malati di Covid19 nelle Rsa, lo scarso coinvolgimento della sanità privata lasciata libera di scegliere se e come collaborare, le cifre, esigue ai limiti del ridicolo, del bilancio regionale destinate alla gestione dell’emergenza, fanno della Lombardia l’area del mondo con il più alto tasso di casi e di decessi, con un prezzo gravissimo per il personale sanitario, i medici di base e gli ospiti delle residenze assistite. Sono necessari provvedimenti immediati, che Milano 2030 propone in una lettera aperta scritta ai gruppi di opposizione del Consiglio Regionale per una unità di azione. In particolare, la protratta insipienza e inattività della giunta regionale configura - secondo Milano 2030 - quel pericolo grave che giustifica la nomina senza indugio in Regione Lombardia di un commissario ad acta».
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