LA BATTAGLIA
Cunardo in pista per salvare Brinzio
Gemellaggio a tutela dello sci di fondo: basterà per salvare la pista?

«Se saremo costretti davvero a chiudere baracca e burattini, cercheremo almeno di mantenere aperta la pista. Non sarà la stessa cosa, mancheranno i servizi, ma almeno daremo continuità alla nostra storia». Per “baracca e burattini”, i volontari dello Sci Nordico Varese intendono, naturalmente, il Centro Fondo che, stando alle missive inviategli dall’Ufficio comunale, deve chiudere i battenti per presunte irregolarità edilizie relative ai due prefabbricati posizionati ad inizio pista.
Dallo Sci Club Cunardo, forte di una tradizione sciistica che risale agli anni della Seconda guerra mondiale, è giunta nelle ore immediatamente successive alla notizia una mano tesa: «Fra noi c’è incredulità per come possa chiudersi una storia sportiva del genere per due casette in legno prefabbricate - afferma Gian Antonio Giannantonio, presidente del Cunardo ed ex accompagnatore di Manuela Di Centa ai tempi delle sue grandi vittorie olimpioniche e mondiali - È difficile individuare un modo per dare una mano al Nordico, ma se c’è da metterci la faccia noi ci siamo, magari chiedendo agli enti del territorio e prima di tutto in Regione. Il Centro Fondo Brinzio deve andare avanti e insieme troveremo il modo per collaborare meglio che in passato per divulgare insieme uno sport bellissimo capace di creare ricadute significative a livello economico».
Da questo punto di vista, è noto che nell’ambiente sciistico un’azienda del Varesotto leader in Italia nel settore informatico aveva messo a disposizione una grossa cifra proprio per realizzare il nuovo Centro Fondo a Brinzio, il cui progetto è da tempo sul tavolo degli enti competenti: che sia stato questo il motivo che ha fatto scatenare la bagarre, dopo anni di stazionamento delle due casette su terreni comunali?
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