ChefDeg
Da Busto Arsizio al mondo dei social
Il sorriso è il suo carattere distintivo, assieme ai piatti colorati e agli ingredienti mediterranei. Stefano De Gregorio, 42 anni di Busto Arsizio, è stato il vincitore dell’edizione 2015 del Cous Cous Fest di San Vito Lo Capo, in Sicilia, dove ha partecipato poi in giuria nel 2016 e come ospite nel 2017. Tra i buoni propositi per il prossimo anno dello chef bustocco che ama viaggiare, c’è anche un po’ più di «casa». «Mi piacerebbe fare qualcosa di più anche per il territorio dove sono nato e cresciuto» spiega ChefDeg, il suo nome sui social network ormai diventato anche nome d’arte.
Già perché «Deg» è uno chef sui generis: quasi un influencer sui social media, non solo in virtù della sua capacità mediatica, ma soprattutto grazie alle molteplici manifestazioni gastronomiche a cui ha partecipato e in cui si è fatto conoscere per i risultati raggiunti.
Stefano infatti è uno chef poco tradizionale, sia come percorso formativo che come modalità di lavoro. Si definisce uno chef freelance. De Gregorio oggi è chef resident nello studio di Saporie Lab di Milano e tiene corsi di cucina, show cooking, consulenze in diversi locali, e aderisce all’associazione di professionisti «Compagnia degli Chef» (compagniadeglichef.saporie.com).
Uno dei primi eventi in cui De Gregorio si è distinto è Le Strade della Mozzarella dove, partecipando a un food contest, vinse la manifestazione che vedeva in giuria alcuni tra i migliori chef italiani. Da lì inizia la sua popolarità sul web e nel mondo reale. Ma partiamo dall’inizio.
De Gregorio, com’è diventato chef?
«In realtà il mio percorso scolastico è stato su tutt’altro, non ho fatto la scuola alberghiera. Ma la cucina ha sempre fatto parte di me. Era il modo per riunire la famiglia, mia madre è un’ottima cuoca e mio nonno produceva olio d’oliva in Molise. Così a un certo punto ho capito che dovevo seguire la mia passione».
E come ha fatto?
«Sono partito dal basso per poi conoscere, imparare. Ho frequentato corsi e naturalmente fatto esperienza in vari ristoranti (l’ultimo, Il Tartufotto di Savini ndr) ma poi ho scelto una strada diversa. Se non hai un tuo ristorante puoi sentirti come oppresso. Così ho deciso di viaggiare e sperimentare finché non avrò un ristorante mio».
Ci sono degli ingredienti a cui è particolarmente legato?
«Per me la cucina è un viaggio, non deve avere limiti quindi amo gli ingredienti italiani ma mi piace anche sconfinare in Paesi e culture diverse. Sono legato alla cucina mediterranea, e senza dubbio al gambero rosso di Mazara».
Tra le sue ricette più di successo però ce n’è una del nord Italia: il vitello tonnato, ma fatto in modo un po’ diverso dal solito. Si chiama «Tiramisù di vitello», prevede la cottura a bassa temperatura (uno dei trend emergenti in cucina, replicabile con qualche trucco anche a casa), con una salsa tonnata senza uova al mascarpone. Qui accanto trovate la ricetta tratta dal blog con cui collabora sfizioso.it. (al.fa.)
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