MISTERO E DOLORE
«Diteci com’è morto Omar»
La denuncia dei genitori del ventitreenne: sono convinti che sia stato picchiato in discoteca. Gli atti trasmessi alla Procura di Busto Arsizio

Omar Bassi aveva ventitré anni, tanti amici e una numerosissima famiglia. Una di quelle unite davvero e il 20 luglio non mancava nessuno alla festa organizzata per il compleanno di un cugino. Al prossimo raduno non ci sarà lui perché il ragazzo è morto il 5 agosto a Reggio Calabria, dove era in vacanza, per emorragia cerebrale.
I genitori di Omar si sono rivolti subito ai carabinieri: la serata per i ventisei anni del parente era finita in un pestaggio con il personale della sicurezza, quindi la prima denuncia è stata sporta nei confronti dei buttafuori individuati dai testimoni.
In più l’ospedale a cui il giovane si era rivolto due giorni dopo (una struttura dell’Altomilanese) lo dimise in codice verde, prescrivendo paracetamolo in caso di dolore. L’altra denuncia è contro i sanitari della struttura. «Se non l’avessero picchiato e se i medici si fossero accorti della gravità dei traumi Omar sarebbe ancora con noi», si dispera la cugina Michelle. Sul corpo del ragazzo sarà eseguita l’autopsia, nel frattempo gli atti giudiziari saranno trasmessi alla procura di Busto Arsizio per competenza territoriale.
È la famiglia - residente a Bollate - che racconta quanto sarebbe accaduto. Per il 20 luglio fratelli, cugini e nipoti avevano prenotato un tavolo da una ventina di posti in una discoteca del Varesotto in cui erano stati spesso. Si erano organizzati con i genitori per gli spostamenti e i passaggi evitando così di mettersi alla guida alticci. I presupposti per una bella serata c’erano tutti, invece finì male: in un altro tavolo due avevano iniziato a litigare e a picchiarsi, nel gruppo di Omar un ragazzo restò per qualche secondo a osservare la scena e venne subito invitato a farsi gli affari suoi. E così fece, lasciando che dietro continuassero a darsi mazzate.
A quel punto sarebbero intervenuti i buttafuori che, stando alla testimonianza di Michelle, avrebbero sferrato cazzotti un po’ a tutti, anche al fratello minore di Omar, Thomas.
Il ventitreenne avrebbe reagito in sua difesa colpendo il body guard ma tempo zero altri quattro colleghi sarebbero arrivati in suo supporto. «Erano cinque contro uno, lo hanno massacrato mentre altri tenevano lontani tutti noi. Una scena orribile», spiega la giovane.
Nel frattempo erano arrivati i genitori: «Hanno portato mio cugino al Sacco di Milano ma dopo due ore di attesa lui ha preferito tornare a casa. Non stava bene, così due giorni dopo si è rivolto a un altro ospedale, la cui diagnosi è stata “esiti da contusioni multiple al viso, ferita lacero contusa della mucosa orale e trauma contusivo cranico”, con tre giorni di prognosi».
Omar Bassi, confortato dalla visita medica, nella notte tra il 2 e il 3 agosto è partito per la Calabria. Il 5 mattina, mentre faceva la doccia, un dolore acutissimo l’ha fatto urlare spaventosamente. I genitori sono accorsi in bagno, Omar era accasciato a terra, hanno chiamato il 118, i sanitari hanno subito compreso la gravità delle condizioni del giovane e hanno chiesto il trasporto urgente in elicottero all’ospedale di Reggio. Lì il ventitreenne è stato sottoposto a tac con liquido di contrasto, impietoso il verdetto: morte cerebrale.
Il cuore ha smesso di battere poche ore dopo. Possibile ci sia un nesso di causalità tra il pestaggio in discoteca, la diagnosi del pronto soccorso e il decesso? La famiglia ne è convinta ma saranno gli esiti degli accertamenti medico legali a stabilirlo.
Intanto è stata lanciata una raccolta fondi «per i suoi poveri genitori e le persone care a lui» che ha già superato i 3mila euro. Inoltre, la discoteca ha annunciato la chiusura «fino a prossima comunicazione».
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