SANITA’
Frattura rarissima, operato a Varese
Intervento riuscito per l’equipe di Ortopedia del Circolo

Un intervento “mini invasivo”, ma dall’altissima complessità tecnica. È stata una giornata da ricordare, quella di giovedì 14 aprile, per l’Ortopedia dell’Ospedale di Circolo di Varese, diretta dal professor Fabio D’Angelo.
Qui è stato infatti compiuto un delicato intervento su un giovane paziente che, in seguito ad un brutto incidente stradale, ha riportato un politrauma che ne ha determinato il ricovero in Terapia intensiva.
L'ospedale di Circolo è infatti Centro traumi ad alta specializzazione ed il paziente ha così trovato al suo arrivo in Pronto soccorso tutti gli specialisti necessari: non solo medici e infermieri dell'emergenza, ma anche anestesisti rianimatori, radiologi e ovviamente ortopedici.
Stabilizzate le sue condizioni in Terapia Intensiva, il paziente è stato sottoposto ad alcuni interventi in urgenza, definiti di damage control, ovvero interventi temporanei per stabilizzare le fratture in vista dell'operazione definitiva.
L’OPERAZIONE
Si è quindi potuto pianificare l'intervento ortopedico maggiore, eseguito in artroscopia, ovvero con tecnica mini-invasiva, necessario per curare la rara e difficile frattura che aveva riportato al femore e all'anca.
Il paziente, infatti, oltre a diverse fratture trattate nell'immediatezza dell'incidente, si era procurato quella che viene definita una frattura tipo Pipkin dell’anca destra: una frattura della testa del femore associata alla lussazione dell’anca.
Grazie alla cooperazione con il dottor Alessandro Aprato, direttore del presidio ospedaliero Regina Margherita della Città della Salute e della Scienza di Torino, è stato possibile prima rimuovere i frammenti di ossa liberi nell’articolazione e, successivamente, sintetizzare tramite piccoli accessi chirurgici la testa del femore con delle viti libere.
Grazie a questo tipo di intervento, davvero molto raro a livello mondiale, è stato possibile sintetizzare la testa del femore per farla guarire correttamente e, allo stesso tempo, ridurre significativamente i rischi di complicanze come la necrosi della stessa testa femorale.
«La frattura tipo Pipkin è molto rara – spiega Fabio D’Angelo - e richiede che il chirurgo esegua un trattamento ad alto rischio di complicanze, legate soprattutto alla via d’accesso chirurgica. La collaborazione con il dottor Aprato ha permesso di centrare l’obiettivo, riducendo al minimo il rischio di complicanze, grazie alle sue capacità artroscopiche sull’anca. Sono felice di poter collaborare con chirurghi di altissimo livello ed offrire l’eccellenza ai nostri pazienti. Non mi riferisco solo al dottor Aprato, ma anche agli specialisti in servizio all'Ospedale di circolo di Varese: posso contare su una équipe medica giovane, volenterosa, molto preparata e pronta a mettersi in gioco e che elevano ogni giorno di più il livello professionale e tecnico dell'Ortopedia dell'Ospedale di Circolo di Varese».
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