MILANO
La Passione di Cristo secondo Gaetano Previati
È un lascito testamentario a offrire lo spunto di una mostra, da poco aperta al Museo Diocesano di Milano. È recentemente entrata a far arte delle collezioni «La Via al Calvario», dipinta tra il 1901 e il 1904 da Gaetano Previati (1852-1920) e donata al museo da Nella Bolchini Bompani, che a sua volta l’ha ereditata dal nonno, Carlo Dell’Acqua, estimatore e mecenate di alcuni importanti artisti del suo tempo, tra cui il maestro del divisionismo italiano.
Ferrarese di nascita ma milanese di adozione, Previati ha più volte affrontato il tema sacro: con la sua pennellata fatta di filamenti, di squarci di luci e ombre, i contrasti di rossi profondi e marroni in un ritmo cromatico incalzante, racconta la salita al Calvario concentrandosi sul dolore di Maria, al centro di un corteo di cui non si scorge né l’inizio né la fine, ma solo, in lontananza, le case di Gerusalemme.
In occasione della mostra, curata da Nadia Righi e Micol Forti e in collaborazione con i Musei Vaticani, il dipinto è affiancato da una seconda versione autografa dello stesso tema, realizzata qualche anno dopo e proveniente dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona, caratterizzata da una tavolozza più squillante e da profili più nitidi; e da quattordici grandi tele dedicate ciascuna a una tappa della Via Crucis, prestate dalla collezione d’arte contemporanea dei Musei Vaticani. Un ciclo - giunto a Roma come dono al Papa dell’industriale lombardo Fabio Ponti - recentemente restaurato che non viene esposto da cinquant’anni e che Previati realizzò a Milano per sé, libero vincoli di committenza, lavorando alacremente in pochissimi mesi, tra il 1901 e il 1902.
Fortissima l’esperienza che il ciclo offre, esposto con i criteri voluti dallo stesso artista, una tela accanto all’altra, come una sequenza cinematografica: «Qui nulla ci viene risparmiato - spiega Micol Forti -. Non c’è spazio, non c’è racconto, non c’è contesto. C’è solo il corpo di Gesù che attraversa lo spazio di questa salita. Siamo costretti ad osservarlo. Non ci sono vie di fuga, non possiamo girare la testa, non possiamo andarcene, dobbiamo vedere il suo volto che diventa deforme, gli occhi che quasi escono dalle orbite, il corpo straziato che si allunga…».
«Gaetano Previati (1852-1920). La Passione» - Milano, Museo Diocesano «Carlo Maria Martini», fino al 20 maggio da martedì a domenica ore 10-18, ingresso 8/6 euro, info 02.89420019.
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