IL CASO
Estorsione e botte al fratello
Il ristoratore Mario Giordano aggredito dentro la Grotta Azzurra da Giordano

Fratelli coltelli. A maggior ragione se al centro dei loro dissidi c’è un ristorante.
In tanti, a metà novembre, si erano chiesti come mai la Grotta Azzurra fosse chiusa. Circolarono decine di ipotesi, nessuna delle quali azzeccata.
La verità è che Mario, leggendario titolare della pizzeria, dovette abbassare le serrande per tutelarsi dagli assalti del fratello.
Nei giorni scorsi il pubblico ministero Rossella Incardona ha chiuso le indagini a carico di Guglielmo Giordano, cinquantanovenne accusato di estorsione, stalking e lesioni personali nei confronti di Mario, che è assistito dall’avvocato Pietro Romano.
I primi episodi contestati risalgono addirittura al 2012, ma nel corso degli anni i comportamenti dell’indagato sono peggiorati in modo preoccupante. Guglielmo - socio al 25 per cento del locale proprio come Mario - nutriva antichi rancori, dovuti a questioni familiari e a controversie nella gestione dell’attività.
O meglio, alla cessione della propria quota della società. Non sentendosi evidentemente soddisfatto, fece una prima incursione nel ristorante di viale Milano a marzo del 2012 quando, davanti a clienti e dipendenti, prese il fratello a calci e pugni.
Più avanti, incontrando Mario nel parcheggio di un supermercato di Busto, lo aggredì prendendolo a cazzotti sul muso, procurandogli una contusione periorale.
Durante un’assemblea dei soci Guglielmo avrebbe preso prepotentemente la parola per minacciare Mario: «Ti ammazzo, questa volta ti ammazzo». Stessa scena in banca, incrociandosi per puro caso agli sportelli: «Se vuoi essere il padrone devi comprarlo, tu lavorerai per me».
Lo scorso luglio gli attacchi si fecero più frequenti. A suon di intimidazioni verbali e fisiche, avrebbe costretto Mario a consegnargli due assegni non intestati da 2mila euro, tratti sul conto corrente della società, rifiutando di formalizzare l’accordo raggiunto il giorno prima con il fratello secondo cui tali somme, da rivevere mensilmente, avrebbero costituito un acconto sul prezzo di cessione della sua quota.
Ogni giorno si presentava in pizzeria aggirandosi tra i tavoli e continuando a ripetere «il padrone sono io».
A settembre un’altra estorsione da 2mila euro, a novembre durante la consueta assemblea dei soci, Guglielmo avrebbe picchiato Mario con un pugno, poi lo avrebbe afferrato al collo tentando di strangolarlo con il braccio destro e proseguendo a dargli cazzotti con il sinistro sulla testa e sui fianchi. E poi lo avrebbe morsicato all’avambraccio, facendolo sanguinare.
«Ti ammazzo», urlava mentre la gente cercava di fermarlo, «questa è la volta buona, non vivrai più». Pochi giorni dopo, incontrando l’avvocato Romano, gli chiese 80mila euro per aprire una nuova attività.
Davanti al diniego minacciò «mi costringete a tornare al ristorante».
E così la Grotta Azzurra si prese una pausa dal 15 al 29 novembre. Ora Guglielmo dovrà risponderne all’autorità giudiziaria che ha venti giorni di tempo per chiedere il rinvio a giudizio.
© Riproduzione Riservata