AL PUCCINI
Gallarate, «no al green pass»: si dimette
Il vicedirettore del conservatorio rinuncia all’incarico per protesta
«La scuola non deve avere valenza sanitaria». Un convincimento forte al punto da indurlo a dimettersi dal ruolo di vicedirettore del Conservatorio Puccini per protesta contro l’obbligo imposto agli studenti universitari, quindi anche ai corsisti Afam (Alta formazione artistica e musicale), di mostrare il green pass al fine di poter frequentare le lezioni in sede. Così, da qualche giorno, il professor Giorgio Spriano (docente di pianoforte e pianista) è solamente un insegnate. «Nel momento in cui occupo un incarico dirigenziale non posso certo criticare la legge - motiva la scelta -. Invece io voglio rimarcare che non ritengo legittimo che per andare a lavorare e andare a scuola serva una tessera. È pericoloso. Senza esagerare nelle definizioni, ci sono diritti non toccabili come la libera circolazione».
Spriano è vaccinato e titolare di green pass, ovviamente. Dunque, la sua è una battaglia di principio. E per poterla combattere in piena libertà, senza lo scrupolo imposto dalla carica, ha seguito lo stesso percorso compiuto dal suo parigrado Stefano Leoni del conservatorio Verdi di Torino. Nella lettera di dimissioni indirizzata al maestro Carlo Balzaretti, direttore del Puccini, il docente di pianoforte, tra l’altro, scrive: «Le limitazioni allo studio e al lavoro messe in atto dal Governo sono a mio giudizio una vera follia. È lecito abbassare la testa e accettare tutto questo? Io credo di no. Ho pensato che l’unica cosa che posso fare per dimostrare una certa coerenza è recedere dal mio incarico di vicedirettore».
La mossa non soltanto richiama l’attenzione della città sul confronto più acceso del momento in Italia. Ma, a statizzazione avvenuta, conferma la dimensione nazionale e soprattutto universitaria del Puccini: solamente per frequentare i corsi accademici è richiesto agli studenti il green pass. Ciò non toglie che, a Gallarate, questo sia comunque un problema anche per alcuni adolescenti. «Abbiamo giovani talenti delle medie e del liceo che seguono corsi Afam e per accedere hanno bisogno del certificato, mentre nelle loro scuole non è necessario», cita l’esempio più eclatante Spriano. «Insomma, nessuno nega l’emergenza, ma basterebbe un test salivare. A noi viene misurata la temperatura e già questo è un presidio sanitario legittimo».
Ma il maestro Balzaretti cosa ne pensa? La stima nei confronti dell’insegnante non muta. E, pur non unendosi alla protesta come impone il suo ruolo, sottolinea: «La direzione prende atto e, al contempo, si distanzia dalla decisione di attribuire la responsabilità del controllo del green pass alla direzione stessa. Non siamo dirigenti scolastici, essendo noi in ambito Afam. Ragione per la quale la responsabilità della sicurezza, come da Dpr 123, non dovrebbe essere in capo alle direzioni di conservatori di musica e accademie».
Dall’università cittadina parte allora un acuto preciso. Qui si insegna, ma non si ritiene giusto fare anche i controllori.
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