IN TRIBUNALE
Gallarate, proposta corruttiva? «Assolvete Gorrasi»
Mensa dei poveri: il legale dell’ex forzista smonta la tesi del pm

Ultima giornata di arringhe difensive, ieri, nel processo d’appello di Mensa dei Poveri. Focus, tra gli altri, sulla posizione di Carmine Gorrasi, per pochi giorni segretario provinciale di Forza Italia prima degli arresti del maggio 2019. In primo grado, i giudici della sesta sezione del tribunale di Milano lo hanno assolto per i reati di falsa fatturazione e finanziamento illecito al partito, ma lo hanno condannato a due anni di reclusione con la condizionale per truffa al Parlamento Europeo in concorso con l’ex europarlamentare azzurra Lara Comi, l’addetto stampa di quest’ultima, il giornalista Andrea Aliverti; e Nino Caianiello (già uscito da processo con un patteggiamento a quattro anni e dieci mesi). Ieri, l’avvocato Roberto Craveia, difensore del collega bustese, ha provato a smontare pezzo dopo pezzo la sentenza del tribunale di Milano.
Risarcimento
Nel ricordare che il Parlamento Europeo ha ritirato la costituzione di parte civile nei confronti del proprio assistito, dopo che ha risarcito 1.800 euro di spese legali sostenute da Bruxelles, il legale, con un lungo passato da pubblico ministero, ha parlato senza mezzi termini di assenza di prove a carico dell’ex esponente di Forza Italia, per il quale ha sollecitato l’assoluzione. L’avvocato Roberto Craveia ha indugiato sull’inutilizzabilità delle chat che riguardano Lara Comi (in quanto protetta da immunità), anche laddove farebbero riferimento a Gorrasi (ma non c’è nessuna intercettazione che lo riguarda in prima persona), e ha contestato la decisione del tribunale di ritenere attendibile la testimonianza dell’ex presidente di Accam Simona Bordonaro (che ha patteggiato due anni) rispetto al presunto accordo di versare a Caianiello una parte dell’aumento del compenso attribuito all’addetto stampa di Comi. Accordo che sarebbe stato pattuito durante un pranzo nel corso di una convention berlusconiana a Fiuggi, nel settembre 2018.
Attendibilità
«Bordonaro non ha saputo mai dire chi aveva fatto questa proposta di retrocedere danaro perché non ricordava o come ha dichiarato lei, “era un ricordo indiretto”. Perché credono a lei e non a Caianiello, Comi e al commercialista Vincenzo De Risi che invece escludono quella presunta intesa?», ha attaccato l’avvocato Craveia. «Dopo aver saputo che Andrea Aliverti aveva avuto un aumento di “stipendio”, Gorrasi gli fece presente che sarebbe stata doverosa una sua contribuzione alla vita politica del partito visto che era anche lui a tutti gli effetti un militante e partecipava alle sue decisioni. Non gli disse mai che doveva dare i soldi a Nino Caianiello». In caso di dichiarazione di colpevolezza, il difensore dell’ex politico di Forza Italia ha chiesto di riqualificare il reato in indebita percezione di erogazione pubblica sottosoglia, che prevede solo una multa amministrativa: «Non c’è stata nessuna induzione in errore del Parlamento Europeo», sostiene infatti il legale. La sentenza della corte d’appello è attesa per il prossimo 5 dicembre.
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