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Tutti patteggiano, Caianiello riflette
Bilardo è tornato libero. Petrone ammette. Nuovo interrogatorio in carcere per il leader provinciale di Forza Italia che continua a negare

Alberto Bilardo è tornato in libertà. Ieri mattina l’avvocato Roberto Aventi ha concordato con il pubblico ministero Luigi Furno un patteggiamento di tre anni e 52mila euro (senza sospensione condizionale), un risultato conquistato grazie alla proficua collaborazione offerta agli inquirenti.
Quella di ieri è stata la giornata della resa dei conti per tutti gli accoliti di Nino Caianiello: l’ex assessore all’Urbanistica Alessandro Petrone nel pomeriggio, durante l’interrogatorio in procura a Milano, si è tolto il peso che dal 7 maggio lo teneva ingabbiato a San Vittore e ha confessato ogni sua responsabilità. Difeso dall’avvocato Concetto Galati, dopo aver ammesso gli addebiti ha pure lui reso le armi e imboccato la via del patteggiamento.
Lunedì, con ogni probabilità, uscirà dal carcere. Interrogato dal pm Furno, giovedì fino a tarda sera, anche Stefano Besani, lo storico legale di Caianiello ha scelto il patteggiamento a due anni: difeso dagli avvocati Ermanno Talamone e Andrea Chiaravalli, ha affrontato il confronto con gli inquirenti con franchezza, senza negare gli addebiti ma chiarendo e fornendo le sue spiegazioni. In meno di tre mesi di indagine, il pool investigativo ha ottenuto sei applicazioni di pena, segno che le prove raccolte dal pm Furno sul sistema corruttivo che Caianiello riusciva a controllare erano molto solide.
L’unico che resiste, come un atollo in mezzo a un mare di resipiscenza, è proprio Nino Caianiello. Ieri mattina, con l’avvocato Tiberio Massironi, ha tentato ancora una volta di difendersi. L’interrogatorio in carcere l’ha condotto il procuratore capo della Dda Alessandra Dolci, alla quale il boss forzista ha ripetuto: «Non ho mai intascato un centesimo che fosse per me, i soldi sono andati sempre al partito». Riportato nella sua cella di Opera, ora ha un’ultima chance. Collaborare o rischiare una pena elevatissima. La scadenza per prendere la decisione della vita è fine agosto, perché entro il 31 gli inquirenti procederanno con il giudizio immediato. «Il mio assistito in queste settimane rifletterà», è il commento laconico dell’avvocato Massironi.
Intanto ieri Carmine Gorrasi, arrestato dopo tre giorni dalla nomina a coordinatore provinciale di Forza Italia, ha ripreso la sua attività legale. Assistito dagli avvocati Roberto Craveia e Valentina Toia, rispondeva solo di finanziamento illecito al partito, a giorni sarebbero scaduti i termini di custodia (il riesame aveva confermato le prove e gli indizi di colpevolezza) e giovedì il gip Raffaella Mascarino ha revocato i domiciliari. «Deve recuperare le energie mentali logorate dallo stress, con l’aiuto della psicologa», osservano i difensori. A settembre deciderà se tagliare o ricongiungere i ponti con la politica.
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