IL CASO
«Villa Calderara ai senzatetto»
È la risposta di 4Exodus all’emergenza abitativa. Ma la burocrazia frena: «Abbiamo dovuto presentare una Treccani di scartoffie»
Villa Calderara vuole sfruttare tutte le sue potenzialità. Presto ci saranno due appartamenti di emergenza, ma la cooperativa 4Exodus vorrebbe fare di più: «Burocrazia permettendo».
È lo sfogo di Roberto Sartori, responsabile gallaratese della Fondazione creata da don Antonio Mazzi, che sabato 11 maggio, in occasione della festa con i volontari e gli amici della cooperativa sociale ha ribadito la volontà di fare di più per completare l’offerta della struttura messa a disposizione dal Comune in via Montecassino, sulla collina di Cedrate.
«In questa villa abbiamo investito tanto tempo, piano piano facendo grandi sacrifici», spiega Sartori. «Ora, burocrazia permettendo, riusciremo a sistemare due appartamenti per andare a contrastare l’emergenza abitativa. La villa e il parco sono davvero stupendi, ma la burocrazia per ora ci mette in condizione di non poterla utilizzare al 100 per cento».
Il sogno di mettere a disposizione gli alloggi per le famiglie bisognose della città è l’ultimo passo della sfida di restituire Villa Calderara al pieno utilizzo che Exodus ha avviato a partire dal 2016, inaugurando il presidio educativo e formativo all’interno dell’immobile di proprietà del Comune di Gallarate. In seguito sono stati inaugurati anche gli spazi ricreativi per iniziative culturali e momenti conviviali, che hanno aperto in più occasioni alla città e ai giovani la Villa Calderara. Manca l’ultimo tassello.
«Abbiamo presentato una Treccani di scartoffie per ottenere le autorizzazioni e consentire le operazioni», sottolinea Sartori. «Non siamo neanche stati fortunati per via del cambio del dirigente tecnico, che come si sa ogni volta costringe a spiegare tutto daccapo».
Un orgoglio anche per don Antonio Mazzi, l’ispiratore di tutto, che sabato ha visitato la sede gallaratese: «Al di là della Villa, dobbiamo cercare di tornare a capire il significato della vita, a dare l’esempio, a dare ai nostri giovani una città in cui si deve stare bene in tutti i sensi, al di là di come viene gestita».
Nel frattempo i progetti di Exodus procedono a pieno ritmo anche fuori città. Circa un anno fa è stata aperta una nuova struttura ergoterapica a Villadosia, gestita interamente dai volontari della cooperativa che fa riferimento a don Mazzi: «Vi invito a visitarla e vedere che tipo di persone andiamo ad aiutare e incontrare nel nostro cammino», le parole di Sartori. Anche a Cardano al Campo c’è un progetto per la creazione di alloggi di emergenza in un immobile che Exodus aveva acquisito ai tempi dei richiedenti asilo: con il Comune sono in corso interlocuzioni per arrivare a definire le modalità di utilizzo della struttura.
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