L'INDAGINE
Gambizzato al Rosario: due arresti
Due ventiseienni, un italiano e un albanese, catturati nell'indagine che vede coinvolto anche il fratellastro dell'uomo ferito a Buscate

Sparatoria al rosario, due arresti. La sera di Ferragosto in manette sono finiti un ventiseienne di Robecchetto già noto alle forze dell’ordine e un coetaneo albanese.
Il giovane italiano è stato fermato dai carabinieri mentre stava partendo per le vacanze con la moglie e la figlia piccola. Stava giusto caricando gli ultimi bagagli in macchina quando i militari si sono presentati con un’ordinanza di custodia cautelare chiesta dal pubblico ministero di Busto Arsizio, Maria Cristina Ria ed emessa dal gip Franca Molinari. Entrambi rispondono di favoreggiamento e porto illegale d’arma da fuoco.
Favoreggiamento di chi, è abbastanza intuitivo: come è noto da giorni, gli inquirenti cercano il fratellastro di Francesco Cristello, ovvero Giacomo, fortemente sospettato di aver esploso i colpi di calibro 9 alla gamba del quarantunenne mercoledì 12 agosto, dopo il rosario recitato nella chiesa di San Mauro Abate per il padre Carmine. Dunque secondo gli investigatori i due ragazzi portati in carcere a Busto Arsizio avrebbero in qualche modo coperto l’azione, o quantomeno avrebbero agevolato il cinquantatreenne Giacomo durante e dopo il raid punitivo.
Queste le ipotesi allo stato delle indagini, comunque lunedì 17 agosto i due compariranno davanti al giudice per l’interrogatorio e nel caso si trattasse di un equivoco, potranno chiarire la propria posizione.
La vicenda è sulla bocca di tutti, tanto è stata clamorosa. Al centro c’è la dipartita del padre Carmine, settantaseienne stroncato da un malore con il rimpianto di non essere riuscito a ricomporre i rapporti tra i suoi sette figli, avuti da donne diverse. Martedì 11 agosto la prima violenta discussione tra Francesco e Giacomo: vecchi dissidi mai sopiti, tracimati davanti alla salma del pensionato con tale veemenza da richiedere l’intervento dei carabinieri di Castano Primo.
L’indomani, subito dopo la preghiera in chiesa in ricordo di Carmine, e quindi in pieno centro e davanti a tutto il paese, l’agguato a Francesco. Nulla di grave, estratti i proiettili, l’uomo è stato subito dimesso e infatti la Procura procede “solo” per lesioni aggravate dal porto illegale dell’arma, e non per tentato omicidio. Ma il fatto di per sé non è comunque di quelli che possano rimanere impuniti. Il lavoro degli investigatori è reso ancor più difficile dalla totale assenza di collaborazione, sia da parte della vittima, che dei testimoni.
Incredibilmente, infatti, nessuno ha visto nulla. Nonostante i colpi siano stati esplosi attorno alle 18.30 di un giorno feriale nel pieno centro del paese, a pochi metri dalla chiesa dove era appena terminata la preghiera e davanti al bar dove lo stesso Francesco lavora da anni.
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