OSPITE DI AMBROSETTI
Giorgetti e l’Italia malata: «Superbonus, una droga».
Il ministro dell’Economia: «Dal 2024 potrebbe sparire ma va prestata attenzione: gli italiani si sono assuefatti a queste misure»
Usa metafore medico-sanitarie, Giancarlo Giorgetti, per indicare come curare un Paese malato: «Dal primo gennaio 2024 potrebbero sparire delle droghe a cui gli italiani si sono assuefatti come il Superbonus. I miei predecessori, nel post Covid, hanno operato senza i vincoli del Patto di stabilità che potrebbero tornare in mancanza di un accordo specifico. Noi diciamo all’Europa: non vorremmo farlo, ridurremo le dosi di antidolorifico, ma stiamo attenti alle infezioni, siamo ancora deboli, sotto osservazione. Vogliamo salvare il paziente-Italia».
Il ministro dell’Economia, reduce da Cernobbio, è stato il protagonista, ieri pomeriggio lunedì 4 settembre, del consueto incontro online dell’Associazione per il progresso del Paese di Alfredo Ambrosetti, davanti a una platea virtuale di 129 fra docenti, politici e luminari. E ha parlato con sincerità, «anche perché non ho alcun interesse a mantenere questa carica e dico la verità a rischio di perderla - taglia corto in collegamento dal Mef - Anzi, se qualcuno altro vuole prendere il mio posto…». Non a caso l’amico di lungo corso Ambrosetti gli ricorda di essere costretto a nuotare in acque insidiose: «Caro Alfredo, l’altro giorno, dopo un tuffo nel nostro lago di Varese, ho dovuto raggiungere la riva di Cazzago Brabbia a nuoto portando la barca a braccio, sono in grado di fare imprese epiche».
LA DROGA SUPERBONUS
Al centro, appunto, le onde della crisi internazionale. «Oggi un ministro dell’Economia opera in un quadro nuovo - ha aggiunto nel suo intervento - Dopo Covid e guerra in Ucraina, le Banche centrali hanno tirato il freno dopo un periodo di tassi vicini allo zero, creando scompiglio in imprese e famiglie. E il Governo ha dato il via a misure-droga, come il Superbonus sull’edilizia, che ha portato prezzi alle stelle, assenza di materiali e di imprese disposte a fare altri lavori. Attenzione, però: come con la morfina dopo le operazioni, la gente si abitua a queste misure e le vuole sempre poi».
SPESE E PNRR
E quindi che cosa si può fare? «Agiamo come il buon padre di famiglia nella stesura del bilancio dello Stato, gravato da un rapporto complesso di entrate e uscite e dalle regole europee - suggerisce il ministro leghista - Ci sono spese giuste e spese sbagliate: compensiamo la tassa di inflazione che grava sulle famiglie e premiamo chi lavora. Il Pnrr? Si è sparsa l’idea che sia una donazione, ma tale è per un terzo, per gli altri due terzi è un prestito da restituire. Tanti Comuni lo stanno usando per l’arredo urbano, ma bisogna farlo per qualcosa che resti, che lasci un’eredità, altrimenti non serve a nulla e non porta sviluppo nei territori. L’Italia ha un Governo legittimato dal voto e dal Parlamento, diversamente da Francia, Spagna e Germania. Può decidere e deve farlo». Poi altre richieste all’Europa: dal rapporto vincolante deficit-Pil sotto il 3%, scorporare gli aiuti all’Ucraina. E applicare la “golden rule” (lo scorporo dal calcolo del deficit pubblico) per gli investimenti green del Pnrr. «Bravo, sarà una Varese-rule - suggerisce un altro varesino eccellente», l’ex premier Mario Monti.
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