L’INCHIESTA
«È pericolosa». La funivia resta ferma
Il procuratore della Repubblica: «Presto il dissequestro ma ha gravi carenze strutturali». Più indagati per la morte di Silvano Dellea
«Gli accertamenti dei nostri consulenti, necessari per stabilire le cause dell’incidente, con sopralluoghi dentro l’impianto e nei luoghi interessati, sono finiti. E quindi a giorni la funivia di Curiglia con Monteviasco sarà dissequestrata».
Ma non ripartirà. «Le nostre indagini hanno evidenziato gravi carenze procedurali e strutturali. La funivia, così com’è, rappresenterebbe un pericolo per gli addetti e per i viaggiatori, se rientrasse in funzione, e infatti il nulla osta all’esercizio è stato revocato».
Il procuratore della Repubblica Daniela Borgonovo ha incontrato ieri, venerdì 7 dicembre, la stampa nel suo ufficio sul “caso funivia” con accanto il sostituto Valeria Zini, incaricata delle indagini sulla morte di Silvano Dellea, il 60enne agente di polizia locale di Maccagno che il 12 novembre scorso, durante alcuni lavori di controllo e manutenzione nella funivia, è rimasto vittima di un incidente, incastrato tra la cabina dell’impianto di risalita e la struttura della stazione di Ponte di Piero.
Il procuratore conferma che nell’inchiesta subito aperta per omicidio colposo ci sono «più indagati», ma naturalmente non entra nel merito degli accertamenti, che continueranno anche dopo il dissequestro, «per stabilire le responsabilità individuali nell’accaduto».
La Procura ha molto apprezzato il lavoro dei carabinieri di Dumenza e forestali che tutti i giorni raggiungono a piedi, attraverso una mulattiera con 1.400 gradini, la piccola frazione per portare ai sette residenti generi alimentati e medicinali, verificare le loro esigenze e aiutarli in caso di necessità.
E sono ben presenti al procuratore e al suo sostituto i problemi che quella comunità dovrà affrontare nel prossimo futuro, con la funivia ferma e con le più che probabili nevicate che imbiancheranno il nord della provincia.
«Noi abbiamo fatto quello che dovevamo fare, e in tempi ragionevoli - ha spiegato ancora il procuratore - ma è un dato di fatto che in quell’impianto non ci sono le condizioni di sicurezza necessarie per l’esercizio. E infatti l’Ustif, l’Ufficio speciale trasporti a impianti fissi, un organo del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, ha revocato il nulla osta».
«Ora, però, grazie al dissequestro, il Comune, che è proprietario dell’impianto, affidato per la gestione a una cooperativa, potrà rimettere le cose a posto» ha aggiunto il procuratore.
© Riproduzione Riservata