DRAMMA A LIETO FINE
«I carabinieri, angeli custodi»
Voleva suicidarsi, salvato da due militari: ora ha ritrovato la voglia di vivere
Due persone in divisa di passaggio lunedì vicino a una villetta in via Vicenza. Erano due carabinieri di Lonate Pozzolo che svolgevano il loro lavoro nel cuore di Sant’Antonino. All’improvviso un uomo fuori dal suo giardino li chiama e li invita a entrare per un abbraccio. La persona in questione preferisce rimanere anonima ma vuole raccontare alla Prealpina una vicenda che da drammatica, di morte annunciata, si è trasformata in speranza. Infatti uno dei due ragazzi dell’Arma è lo stesso che solo sei giorni prima era intervenuto insieme a un altro collega a salvare il quarantasettenne, che si era oramai legato un cappio al collo. Quel secondo incontro casuale è divenuto qualcosa in più, la forza dei valori di solidarietà e cuore. Sono stati per pochi attimi ancora in quella casa, l’uomo miracolato ha stretto la mano al militare, lo ha abbracciato, poi è scoppiato in un pianto a dirotto che ha commosso anche il carabiniere. Ora il quarantasettenne di Sant’Antonino ha un messaggio: «Voglio ringraziare pubblicamente i carabinieri di Lonate Pozzolo guidati dal maresciallo capo Giovanni Squillace, non ci sono parole per descrivere la enorme gratitudine, questi carabinieri sono stati e sempre saranno i miei angeli che porterò nel cuore e nella vita, io non li potrò mai dimenticare». Solo una settimana fa l’uomo è stato salvato in extremis, è stato alzato, liberato dal cappio, incosciente, ed è stato rianimato sul posto. Poi tre giorni di ricovero nel reparto di psichiatria dell’ospedale di Gallarate e il ritorno a casa insieme all’anziana madre cui è legatissimo. Resta quel gesto dovuto a disperazione, depressione, figlio di un’Italia in crisi che fatica a rialzarsi. Dieci anni di attività come saldatore, poi oltre un decennio come magazziniere e mulettista in una ditta di materie plastiche del territorio e improvvisamente – sette anni fa – la disoccupazione dovuta anche ai riassetti organizzativi dell’azienda con gli annessi tagli. Racconta: «Tanti curriculum inviati, tante speranze nate e poi morte senza avere risposte, dentro di me non vedevo prospettive, vedevo nero, non ce la facevo più».
© Riproduzione Riservata


