IL COMMENTO
«Il Palio deve guardare oltre Legnano»
L’analisi del direttore della Prealpina sulla gara e sul futuro della manifestazione
Sant’Erasmo butta via letteralmente la gara per l’irruenza del fantino Walter Pusceddu che prova un inserimento impossibile subito dopo la mossa e questo chiaramente gli fa perdere l’attimo giusto. In più c’è il capitombolo, fortunatamente senza conseguenze. Veramente sfortunato Gavino Sanna che rimane fuori con San Bernardino perché gli cade il cavallo davanti e le altre contrade, ovvero San Martino e Flora, ne hanno approfittato.
La seconda batteria vive sulla grandissima attesa perché il cavallo di San Domenico non vuole entrare al canapo e lì chiaramente c’è da chiedersi se sono stati giusti tutti i passaggi seguiti o forse era il caso di lasciar sfogare un attimo il cavallo, magari facendogli fare un giro di pista per poi riportarlo alla mossa.
Si è invece optato per tirarlo dentro i canapi, ma in verità questo tipo di strategia non ha pagato. Infatti poi grazie anche alla commissione veterinaria il cavallo è stato allontanato e quindi si è andati con una batteria a 3 in cui, a un certo punto, sembrava tutto preordinato. In verità ci ha veramente messo lo zampino Dino Pes con San Magno trovando un varco impossibile che gli ha permesso poi di conquistare la seconda piazza e l’ammissione alla finale insieme a Sant’Ambrogio che si è rivelato vincitore anche in finale.
Nella finale c’è stata l’operazione da mago di Gingillo, Giuseppe Zedde, che ha preso una mossa spettacolare di rincorsa, ha guidato tutti i passaggi sin dall’inizio e ha vinto. Una vittoria a sorpresa perché nessuno probabilmente si aspettava la vittoria di Sant’Ambrogio e questo dimostra la bellezza, l’emozione del palio, confermata anche questa volta. Tutti i pronostici sono stati sovvertiti. Quando si va in campo alla fine tutto può succedere. Sant’Ambrogio non era data sicuramente per favorita ed è riuscita a portare a casa il Crocione e questo per la gioia loro e per la grandissima delusione da parte soprattutto di Sant’Erasmo, grande sconfitto di questa edizione del Palio e un pochino di rammarico, secondo me, può rimanere anche in San Magno.
Sin dal principio c’è stata una precisa volontà da parte dell’organizzazione di ridurre i tempi della manifestazione. Obiettivo non raggiunto perché in tutto è durata 11 ore: dalla mattina con la messa fino alla proclamazione del vincitore. Ci sono dei tempi da tagliare, ma probabilmente questi non possono essere trovati nella mossa, anche se in tanti si sono lamentati per la lunga attesa della seconda batteria. I tempi da tagliare probabilmente sono nella sfilata, nelle fasi preliminari prima di arrivare alla corsa, perché il fascino del palio sta tanto anche nelle strategie dei fantini e queste strategie vengono messe in campo prima della partenza. Forse domenica è stato perso un po’ di tempo tra la fine della sfilata delle contrade e l’ingresso del Carroccio e comunque, con alcune limature, si può sicuramente migliorare la situazione.
Dal punto di vista della prospettiva, ecco, bisogna pensare in grande per il palio, perché anche quest’anno questa manifestazione ha dimostrato di avere grandissime potenzialità. A nostro avviso queste potenzialità non vengono sfruttate del tutto, ovvero il palio ha un respiro che deve essere superiore a quello legnanese o di pochi poche realtà del circondario. La manifestazione Palio di Legnano deve assolutamente aprire le sue porte, i suoi confini e questo deve essere, secondo noi, il primo obiettivo della fondazione. La presenza del ministro Giancarlo Giorgetti alla messa del mattino ne dimostra ancora di più la valenza importante e dovrebbe indurre chi lo organizza a lavorare in questa direzione, quindi aprire e sviluppare il palio, non chiuderlo su Legnano.
In questo discorso si dovrebbe introdurre anche il tema della pista, il castello, progetto portato avanti fino a un certo punto e poi accantonato. È vero, si parla sempre della pista, ma poi nei fatti non si riesce a mettere in campo un progetto concreto e sostenibile. È vero però che se questa manifestazione deve decollare e può decollare lo deve fare fuori dallo stadio Mari e lo deve fare in modo da essere attrattiva per un bacino ben più ampio di Legnano.
Il contorno, ovvero la la sfilata, le tante manifestazioni a corredo sicuramente funzionano, fanno capire che la macchina c’è ed è rodata, ha bisogno di aggiustamenti, ma la materia palio c'è assolutamente. Quindi si può guardare con necessario senso critico verso il futuro, ma contemporaneamente sapendo di avere per le mani una bellissima manifestazione.
Per chiudere è doveroso da parte nostra di tutta la redazione di Prealpina, a ringraziare tutti per il lavoro svolto con tantissima passione e soprattutto ricordare un nostro collega che non c'è più: Walter Todaro. Lui è stata una presenza assolutamente imprescindibile nei momenti del palio. Lo è stato per tanti anni e purtroppo è venuto a mancare prematuramente Noi gli dedichiamo tutto ciò che abbiamo fatto per il palio e lo salutiamo come lui avrebbe voluto con un un abbraccio e un grandissimo ciao.
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