L’INTERVISTA
Il Palio di Antonio Siri: «Quelli di Legnarello un popolo meraviglioso»
Il fantino giallorosso racconta alla Prealpina i segreti della sua vittoria e si gode il quarto successo: «Ogni anno do sempre il massimo»

È il fantino in campo con più vittorie nel Palio di Legnano (2010, 2019, 2023, 2024) ed è riuscito a fare un “cappotto” straordinario. Antonio Siri, detto Amsicora, conferma ancora una volta le sue capacità e la sua grande professionalità. Per montare a Legnano un purosangue a pelo ci vuole quel pizzico di follia e di talento che pochi hanno. Antonio ha tutto questo.
Antonio, come hai vissuto questo Palio?
«La prima batteria era già al livello di una finale. Tutti i cavalli erano dei finalisti, tutti molto forti. Poi in partenza mi sono trovato il canapo sulle gambe del cavallo, ma sono riuscito a recuperare. In finale c’erano di nuovo tutti cavalli molto forti. Sant’Erasmo era sempre alle costole e San Magno aveva proprio un gran cavallo, davvero potente. Alla fine però ce l’ho fatta!».
La mossa più corta ha influito?
«Ma no, se uno vuole partire non cambia molto, secondo me».
Hai vinto ancora con Woody Woodpecker: che cavallo è?
«Woody è una garanzia. Bellissimo e nato per fare il Palio di Legnano. Ha tutti i pregi per andare veloce e dire la sua».
Hai dedicato la vittoria al veterinario Lorenzo Viti: chi era per te?
«Era innanzitutto un amico. Non ci sono aggettivi sufficienti per descriverlo. Era un punto di riferimento sotto ogni punto di vista, sia professionale sia umano. Mi resterà sempre nel cuore un ricordo bellissimo di lui».
Abiti appena fuori Siena, hai una tua scuderia, ma tanti si chiedono: chi è Antonio Siri?
«Una persona normalissima che fa ciò che ama e lavora ogni giorno per portare il pane a casa. Ho una bellissima famiglia, tre figli di 6, 8 e 11 anni. Faccio tutto per loro».
Vorresti che i tuoi bambini un domani diventassero dei fantini come te?
«Spero di no, è un lavoro troppo difficile, si soffre troppo, ma qualunque strada decideranno un domani di prendere li asseconderò in tutto e per tutto».
Tornando a Legnano, cosa significa per te la contrada di Legnarello e cosa il Palio di Legnano?
«Legnarello è un popolo meraviglioso, che sa come muoversi e dove muoversi. Mi ha sempre dimostrato un grande affetto e mi ha sempre dato la giusta carica per fare il miglior risultato. Ha sempre avuto con me un atteggiamento positivo e questo ha influito molto sul nostro rapporto e sul mio lavoro. Arrivi al Palio con serenità e con la carica giusta. Il Palio di Legnano in questi anni mi ha dato tanto, e per questo ci tengo molto. Per questo motivo ogni anno alle aspettative rispondo sempre dando il massimo della preparazione».
Lo scorso anno però hai avuto un brutto incidente in pista ad Asti e tutti hanno temuto per la tua salute. Sei invece tornato in ottima forma...
«Gli incidenti fanno parte dei rischi di questo mestiere. Lo sai, lo metti in conto. Però poi devi mettercela tutta per recuperare. Ho fatto tanta fisioterapia e poi allenamento. Non ci sono ricette segrete, ci vuole solo molta volontà e determinazione. Poi si supera tutto».
Hai ancora qualche sogno nel cassetto?
«Certo! Ne ho ancora tanti. Lavoro ogni giorno per realizzarli. Sai qual è il segreto? Lavoro, lavoro, e ancora lavoro. Non bisogna mai perdere di vista gli obiettivi e restare concentrati. Il lavoro è l’unica strada possibile per arrivare alla meta».
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