MANDATO INTERNAZIONALE
Imprenditore russo arrestato a Malpensa
L’uomo si stava imbarcando su un volo per Instanbul. È in carcere a Busto

È stato bloccato mentre si stava imbarcando su un volo diretto a Istanbul (Turchia) Artem Uss, il manager russo, figlio di un funzionario di Mosca, arrestato all’aeroporto di Malpensa in esecuzione di mandato di arresto internazionale emesso dal Dipartimento di Giustizia americano con l’accusa di aver ottenuto tecnologia militare da società statunitensi e di aver contrabbandato milioni di barili di petrolio e riciclato decine di milioni di dollari per oligarchi russi. Uss, fermato dalla polizia italiana lunedì, è ora in custodia presso il carcere di Busto Arsizio, in attesa di una presumibile richiesta di estradizione.
ARRESTO CONVALIDATO
La Corte d’Appello di Milano ha già convalidato l’arresto e per domani, venerdì 21 ottobre, davanti al giudice della quinta penale d’appello Roberto Peroni Ranchet, è fissata l’audizione di Uss nella quale, in sostanza, gli verrà chiesto se ritiene di dare il consenso o meno all’estradizione. In caso negativo ci vorranno alcune settimane per la conclusione del procedimento di estradizione. La difesa potrà chiedere, nel frattempo, una misura meno afflittiva del carcere, come i domiciliari. Il legale Vinicio Nardo lo ha incontrato ieri in carcere. «L'ho incontrato e sta come uno che è stato messo in carcere, così sta», ha spiegato il legale. Uss non era semplicemente in transito all’aeroporto di Malpensa, diretto in Turchia, ma pare fosse in Italia almeno da qualche tempo. E, sempre secondo la difesa, non sapeva di essere destinatario di un mandato d’arresto internazionale.
Dopo l’arresto, già martedì il provvedimento è stato convalidato “de plano”, senza udienza, dalla Corte d’Appello di Milano, presieduta da Giuseppe Ondei. Per domani mattina, invece, è fissata, sempre davanti alla Corte, l’udienza di audizione nella quale l’arrestato dovrà dare o meno l’ok all’estradizione. L’ESTRADIZIONE
In caso si opponga gli Usa avranno 45 giorni per far arrivare ai giudici italiani la richiesta di estradizione e tutte le carte con le accuse. Allo stesso tempo, già domani la difesa potrà chiedere che, in attesa che si concluda il procedimento di estradizione, Uss, figlio di un funzionario di Mosca, passi almeno ai domiciliari. Su questa istanza dovrà decidere, poi, un collegio della Corte dopo un’altra apposita udienza. Attualmente gli atti con le accuse non sono in mano alla difesa e devono ancora pervenire anche alla Procura generale. Dopo l’arrivo degli atti dagli Usa, la Procura generale avrà un mese di tempo per formulare la sua requisitoria e il procedimento dovrà concludersi, col via libera o meno alla consegna del 40enne, in un massimo di sei mesi.
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