NUOVI RISCHI
In montagna troppi incidenti in bici
Downhill e mezzi elettrici aumentano le cadute nei boschi: è allarme
La scivolata durante la camminata, oppure la perdita di orientamento. Sono queste le classiche tipologie di intervento di soccorso in montagna. Almeno, così siamo si è soliti pensare. Ma anche la frequentazione dei territori alpini è cambiata nel tempo e all’escursionismo a piedi si sono aggiunte nuove opportunità, come quelle legate al mondo delle biciclette. E qui nascono ulteriori problemi, in tema di incidenti.
PERICOLO DOWNHILL...
Da qui il monito degli specialisti: «Stiamo purtroppo assistendo a un’impennata di uscite per trarre in salvo appassionati di biciclette che si infortunano», spiega Luca Boldrini, responsabile della stazione di Varese del Soccorso alpino civile.
A parlare sono i numeri: «Nel 2022 gli interventi di questa tipologia sono stati 5, un numero davvero significativo se pensiamo al totale delle uscite che rientrano nella fattispecie sanitaria, che sono state 35. La frequentazione della montagna da parte di appassionati di mountain bike e di downhill è cresciuta di molto, in particolare nella zona di Campo dei Fiori», evidenzia il responsabile.
...E ALLARME E-BIKE
Sotto attacco sono anche le e-bike. Non tanto come biciclette in sé, sia chiaro, perché offrono davvero tante possibilità in più di compiere belle pedalate anche a chi non è molto allenato, ma il problema è proprio questo: agevolano la pedalata ma bisogna essere in grado di condurre in modo preciso, con grande padronanza del mezzo. «Proprio così: si è allargata la platea dei fruitori di sentieri e percorsi di montagna con le biciclette grazie a quelle a pedalata assistita, che da una parte ci aiutano a fare meno fatica ma dall’altra non ci esentano dalla necessaria preparazione tecnica nel condurle e quindi il pericolo di incidenti aumenta», spiega Boldrini.
Senza parlare poi del downhill, disciplina che sta prendendo sempre più piede anche alle nostre latitudini. Letteralmente significa - giù per la collina - e prevede discese ad alte velocità lungo specifici tracciati, utilizzando delle speciali mountain bike, che sono bioammortizzate e hanno un manubrio più grande, oltre a copertoni speciali e freni a dischi idraulici. Insomma, uno sport non per tutti, che rientra tra quelli definiti estremi e chi lo pratica usa, oltre al casco integrale, particolari protezioni per limitare i danni in caso di cadute, come guanti, parastinchi e paragomiti. Ma non sempre tutte queste precauzioni bastano per non farsi male.
«Come è successo il giorno di Santo Stefano quando siamo intervenuti per un ciclista che si è infortunato mentre stava percorrendo la pista di downhill nella zona del Pian delle Noci, in territorio comunale di Orino. La fortuna - sottolinea ancora Luca Boldrini - è che tre dei nostri soccorritori si trovavano già in quella zona e quindi sono riusciti a raggiungere l’infortunato in pochissimi minuti, lavorando poi a supporto della squadra dell’elisoccorso di Como Areu, portando il ciclista fuori dal posto in modo che poi è stato possibile recuperarlo a bordo dell’eliambulanza con il verricello, per il successivo trasporto in ospedale».
© Riproduzione Riservata


