LA RICORRENZA
Quando Barnard venne in paese
La storica visita a Induno Olona del cardiochirurgo 50 anni fa, dopo il generoso intervento che salvò la vita di Giovanna Bon
Riporta la data del 25 novembre 1969 la seduta del Consiglio comunale nella quale l’amministrazione di Induno Olona, guidata dal sindaco Giovanni Beretta, deliberava di conferire la cittadinanza onoraria al famoso cardiochirurgo Christiann Barnard. La motivazione era lo spirito squisitamente umanitario e disinteressato con cui aveva prestato la sua preziosa opera professionale a favore della piccola Giovanna Bon, residente nel paese valceresino e, come si legge sulla pergamena stilata per l’occasione, «risanata e restituita a vita normale da un coraggioso intervento chirurgico di altissima scuola e dalle successive amorevoli cure».
Proprio per avere salvato la vita della piccola Giovanna, operata tempo prima a Città del Capo e sostenuta dall’intera comunità indunese, Barnard entrò così a far parte, «simbolicamente, ma con saldo vincolo di pensiero», fra i più illustri cittadini indunesi. La cittadinanza onoraria fu consegnata direttamente al chirurgo che, il 4 marzo 1970, in Italia in occasione del suo viaggio di nozze con la giovanissima Barbara Zoellner, decise di passare da Induno Olona per incontrare nuovamente la piccola operata a Città del Capo. Ricorre quest’anno, quindi, il 50° anniversario della consegna della pergamena e della visita del celebre chirurgo sudafricano a Induno, dove l’accoglienza fu quella destinata solo ai grandissimi personaggi.
A testimonianza dell’evento rimangono alcune foto appartenute a Giancarlo Lancia, indimenticabile presidente della Pro Loco, e conservate dalla figlia Donatella. Esiste però anche un filmato dell’Istituto Luce, datato 18 marzo 1970, pochi minuti di riprese che rendono perfettamente l’idea dell’atmosfera di trionfo con la quale Barnard fu accolto in paese, salutato dai cittadini come un vero e proprio eroe. Sono in tanti a ricordarsi della sua visita nelle scuole e per le vie del centro. Prima fra tutte, l’insegnante delle elementari di Giovanna Bon, che, nata nel 1961, morì, a soli 36 anni, nel 1997, lasciando un vuoto incolmabile nella comunità indunese, per la forza d’animo e le eccezionali doti umane che la fecero diventare, una volta adulta, madre attenta e affettuosa di tre figli e volontaria appassionata a livello sociale, soprattutto in seno al Movimento per la vita. «Giovanna arrivò a scuola qualche anno dopo i suoi compagni di classe, quando ormai aveva fatto l’intervento - ricorda l’insegnante -. Io la presi in quarta elementare e rammento che il suo arrivo riuscì a dare un’impronta chiara e decisiva alla classe, trasformandola in qualcosa di straordinario per il clima che vi si respirava. Quella bambina aveva un grande carisma e mostrava una predisposizione naturale ad aiutare gli altri, chiunque fossero». Questa, insieme a una profonda sensibilità, fu la dote personale che le rimase per sempre, anche e soprattutto da adulta, nel corso di tutta la sua giovane vita.
«Ovunque fosse, Giovanna rappresentava sempre un elemento di coesione e di riflessione critica su quanto si stava facendo - conclude la sua più grande amica, Liliana Bano -. Viveva ogni situazione, personale o collettiva, profondamente e con generosità. Nessuno potrà mai dimenticare il suo grande cuore».
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