IL RICORDO
Omaggio al finanziere eroe
La nuova caserma della Gdf intitolata a Aniceto Verdecchia, annegato per salvare un collega
La caserma della Guardia di Finanza porterà per sempre il nome di Aniceto Verdecchia, militare morto 51 anni fa sul fiume Tresa durante un’operazione anti-contrabbandieri.
Lo ha deciso il comando provinciale delle Fiamme Gialle, che domani, sabato 13 luglio, intitolerà la nuova sede di via Pasubio al finanziere Medaglia d’argento al valor militare.
Una storia, quella di Verdecchia, che rappresenta - così si legge nelle motivazioni del riconoscimento - un «fulgido esempio di abnegazione oltre i limiti del proprio dovere».
Era la notte del 29 giugno del 1968. Il giovane Aniceto, classe 1943, originario di Guarcino (Frosinone), era in servizio di perlustrazione e appostamento lungo la linea di confine italo-svizzera, che coincide con il fiume Tresa, nel territorio dei Comuni di Cremenaga, Cadegliano Viconago e Lavena Ponte Tresa.
Verdecchia riuscì a intercettare un gruppo di spalloni che stava attraversando il corso d’acqua con un canotto carico di sigarette e altra merce di contrabbando. Di fronte all’alt intimato dal militare, i contrabbandieri fuggirono e, nel tentativo di fermarne uno, Verdecchia si tuffò in acqua. Un suo collega fece la stessa cosa, pur non sapendo nuotare.
Entrambi riuscirono ad agguantare il canotto e vi restarono aggrappati a lungo per resistere alla corrente vorticosa.
In realtà, Verdecchia, abile nuotatore, avrebbe potuto salvarsi raggiungendo la riva in poche bracciate. Ma volle restare vicino al collega, terrorizzato, per rincuorarlo e aiutarlo a stare a galla. Ma alla fine la potenza del fiume ebbe la meglio e Aniceto, stremato dalla fatica, annegò dopo aver portato in salvo il commilitone.
Quel sacrificio fu poi ricordato anche con una stele posata lungo la Provinciale 61. La cerimonia si svolse nel 1971, anno in cui a Verdecchia fu assegnata la Medaglia d’argento alla memoria.
Ma nel 2004 la frana che travolse la strada si portò via anche quel cippo, che non fu mai più ritrovato. Ma l’Associazione Nazionale Finanzieri d’Italia non si è arresa e, su richiesta dei famigliari del caduto e dell’associazione Vittime del dovere d’Italia, ne ha fatto realizzare un altro. E così sette anni dopo, nel novembre del 2011, la stele commemorativa è tornata al suo posto.
Ora il ricordo di Verdecchia “raddoppia” perché a lui, finanziere modello che si immolò per fermare dei criminali e salvare un collega, sarà anche intitolata la “casa” delle Fiamme Gialle.
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