CULTURA
«La cultura può prendersi cura delle persone»
Il campus Reti di Busto Arsizio ha ospitato il secondo appuntamento del ciclo di eventi, tra una galleria d’arte moderna, giovani violinisti e la prevenzione dei tumori ginecologici e senologici

Sensibilizzare l’opinione pubblica sui tumori, attraverso l’arte. È l’ambizioso obiettivo del ciclo di incontri “La cultura del vivere bene, la cultura per vivere bene”, di cui ieri sera, mercoledì 28 maggio, si è tenuto il secondo appuntamento. A ospitare l’evento, promosso da Regione Lombardia – in particolare dall’assessore alla Cultura, Francesca Caruso – l’Azienda Reti di Busto Arsizio, dove è presente una galleria di arte moderna. Ospite d’eccezione il direttore della Pinacoteca di Brera, il bustocco Angelo Crespi. L’incontro è stato possibile anche grazie alla collaborazione con la Lilt (Lega Italiana per la lotta contro i tumori), associazione provinciale di Varese.
Ad arricchire la serata, anche gli interventi medici della dottoressa Paola Ceriani, che si occupa della prevenzione dei tumori della mammella, e del dottor Giacomo Colombo, esperto di tumori ginecologici. A conclusione l’esibizione dell’orchestra giovanile “StradiVari”, diretta dal maestro Fabio Gallazzi.
LE PAROLE DELL’ASSESSORE
L’assessore alla Cultura di Regione Lombardia, Francesca Caruso, ha dichiarato: «La cultura può prendersi cura delle persone. È da questa convinzione che è nato il percorso promosso da Regione Lombardia insieme a Lilt Varese, che oggi prosegue al campus Reti di Busto Arsizio, dopo il successo del primo incontro al MA*GA di Gallarate. “La cultura del vivere bene, la cultura per vivere bene” vuole dimostrare quanto la cultura sia un ingrediente prezioso per la salute e il benessere. La presenza di Angelo Crespi, direttore della Pinacoteca di Brera, rafforza il valore di questa alleanza tra arte e cura. Vogliamo che la prevenzione diventi cultura quotidiana, soprattutto tra i giovani. Parliamo di cultura della prevenzione, ma anche di cultura nella prevenzione: sempre più studi scientifici riconoscono il ruolo della cultura nei percorsi di cura, nell’equilibrio psicofisico, nella rigenerazione. Ho scelto di portare la cultura nei territori più fragili e, presto, anche nei luoghi della cura – ospedali, Rsa, carceri – dove può diventare una presenza necessaria. Un rifugio, un ponte, una cura invisibile ma potentissima. Un vaccino per l’anima. Questo è il cammino che vogliamo costruire: unire bellezza, consapevolezza e cura. Ringrazio Lilt Varese, il campus Reti, Angelo Crespi e tutti coloro che condividono con noi la convinzione che la cultura possa davvero migliorare la qualità della vita».
LA TESTIMONIANZA DI LILT
Il presidente di Lilt Varese, Ivanoe Pellerin, ha aggiunto: «Lilt Varese ha da sempre a cuore la salute dei cittadini del territorio. Per questo motivo ritengo fondamentale promuovere con ancora più forza la cultura della prevenzione, grazie anche alla sinergia con le istituzioni - come l’assessorato alla Cultura di Regione Lombardia - con il Comune di Busto Arsizio, che ci è sempre stato vicino, e con realtà imprenditoriali come Reti, tra i principali player italiani nel settore dell’IT Consulting. Le stime sull’aumento delle nuove diagnosi di tumore al seno per il 2024 sono state confermate. Ma c’è una buona notizia: anche quando si intercetta un piccolo segnale di malattia, oggi è possibile avviare percorsi diagnostici e terapeutici rapidi e all’avanguardia, con possibilità di guarigione superiori al 90%. Ecco perché è fondamentale impegnarsi nella diffusione di questo messaggio. “Guarigione” è una parola bella, che merita più spazio nel dibattito pubblico e sui media, perché oggi è concreta e realizzabile, se la diagnosi arriva in tempo. La salute è il bene più prezioso che abbiamo: diffondere la cultura della prevenzione è un gesto buono, utile, necessario».
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