LA TRAGEDIA
La mamma: "Non voleva farsi accompagnare"
Distrutta la famiglia del sedicenne travolto da un'auto: "Non conosceva quella strada". E all'Isis è un lunedì di dolore fra compagni di classe e professori sgomenti
Una telefonata prima dell’alba, alle 3 e 5 minuti, la voce di un amico che rompe il silenzio della notte: "Nico ha avuto un incidente, ha preso una brutta botta e lo portano all’ospedale di Legnano. Non sta bene".
La corsa disperata fino al pronto soccorso e la flebile speranza di poter riabbracciare il figlio Nicolas. Ma subito dopo arriva la tragica notizia, il medico pronuncia le parole che nessuno vorrebbe mai sentire: "Suo figlio è morto".
Poi il vuoto totale.
È mamma Laura Azzalin a raccontare la tragedia, la morte del figlio sedicenne, nell’abitazione di via Quintino Sella.
"Nico non c’è più. Non ci sono parole per descrivere il dolore. Non dimenticherò mai il volto del medico che ci ha dato la notizia": ha gli occhi gonfi e cerca di trattenere le lacrime che, a ondate, la scuotono. La donna raccoglie le forze per aprire la porta ad amici e parenti che si stringono attorno alla sua famiglia.
La morte di Nicolas Azzalin a soli 16 anni è arrivata improvvisa prima che il sole sorgesse, strappandolo alle braccia di mamma Laura, papà Stefano e della sorella maggiore e del fratellino.
"Nico aveva un sorriso stupendo - racconta -. Non riesco a capacitarmi di quel che è accaduto. Ho appena incontrato le madri dei due amici con cui Nico era uscito, sono anche loro sotto choc: mi hanno raccontato che è morto fra le braccia dei loro figli".
I due amici, illesi, al momento sono però tenuti sotto controllo dai famigliari a causa dello choc: da quando è successo l’incidente pare che non abbiano più parlato. Negli occhi scavati dal dolore si leggono tutta l’angoscia e il dramma di Laura, una mamma che non riesce a spiegarsi come possa essere accaduta una simile tragedia: "Ci aveva detto che sarebbe andato al Nautilus a Cardano al Campo con degli amici con cui esce di solito, sono un po’ più grandi e hanno l’auto per questo eravamo tranquilli - sottolinea -. Quando mi ha chiamata l’amico ho pensato che fosse uno scherzo, anche perché non capivo cosa ci facessero a Legnano e per quale motivo fossero in bicicletta".
Con disperazione sottolinea: "Non aveva mai percorso quella strada, né lui né gli amici. Non so proprio cosa li abbia spinti ad andare fino a Legnano e poi in bicicletta: sarà stata la terza volta che la usava. Noi proprio non volevamo: sapeste quante lotte abbiamo fatto, abbiamo perso il conto delle volte gli abbiamo detto che saremmo andati a prenderlo, io oppure suo padre. Ma lui non voleva far vedere che si faceva accompagnare dai genitori".
Non si dà pace la donna che cerca di farsi forza, anche e soprattutto per il fratellino di Nico che è ancora piccolo e che tiene in braccio con dolcezza. Frastornata conclude: "Nico era un ragazzo semplice: un grande appassionato di informatica e da grande voleva fare il programmatore. Aveva molti amici, era apprezzato, una persona positiva".
In lacrime anche una zia, Nunzia, che non trova pace: "Aiutateci con il vostro giornale a lanciare un appello ai ragazzi. Non bisogna vergognarsi di farsi accompagnare dai genitori. Se gli adulti insistono tanto è perché non si sa mai cosa possa accadere. Bisogna che se ne parli".
E nel dolore la donna spende parole anche per l’uomo alla guida dell’auto che ha travolto il ragazzo: "Non sappiamo chi sia ma chiediamo che ci sia una legge giusta e che questa persona paghi il debito con la giustizia anche se questo non ci ridarà Nico. La sua mamma non potrà abbracciarlo mai più". Conclude la donna: "Confidiamo nella legge perché la morte di un ragazzo di 16 anni non ha nulla di umano, non è giusta. Dobbiamo trovare coraggio e consolazione nel Signore".
Anche all'Isis Facchinetti di Busto Arsizio, dove Nicolas studiava quella di lunedì 24 marzo è stata una giornata di dolore.
"Nicolas era un ragazzo speciale: intelligente, attento e riservato. Aveva una sensibilità unica, tanto che era diventato un punto di riferimento per i suoi compagni": sono le parole di Ornella Pili, insegnante di elettronica del giovane.
"Quel che ci è rimasto di Nicolas è il suo sorriso. La sua morte ci lascia sgomenti: io per prima non riesco a capacitarmi di questa tragedia".
L'insegnante racconta di quel ragazzo con tanti sogni e con la grande passione per la programmazione: "Era la sua strada e lui l'aveva capito: era molto portato per questo tipo di studi. Nicolas era appassionato e vivace, anche l'insegnante di inglese come me aveva notato questa sua predisposizione".
Aveva un futuro come programmatore, era sempre al computer per progettare linguaggi e programmi informatici: "Aveva quello sguardo complice e generoso: quando facevo delle domande in classe ci scambiavamo un'occhiata e io capivo che sapeva la risposta ma voleva lasciar emergere anche i suoi compagni. Era il leader della classe ma non era un giovane che per emergere metteva in ombra gli altri, era un giovane equilibrato".
Per i compagni della prima sezione elettronica è stato difficile varcare la soglia dell'aula e tornare sui banchi. Perché qualcosa è cambiato per sempre come testimonia il mazzo di fiori adagiato sul banco di Nicolas, insieme coi messaggi vergati a pennarello nero.
"Forse Nicolas era un po' più grande ma questo non era un un disvalore, anzi lui era stato intelligente e positivo, una bella persona. Mi ha commosso il ricordo dei compagni che mi hanno detto: prof, ci mancherà il suo sorriso. Una cosa semplice ma che dà la dimensione di come fosse Nicolas".
Anche la comunità religiosa si riunirà per un doveroso ricordo di Nicolas: nella serata di martedì 25 marzo, alle 20, sarà recitato un rosario nella chiesa di Beata Giuliana a Busto.
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