LA TESTIMONIANZA
«La notte sento le sirene e mi rifugio in cantina»
Studente dell’Insubria bloccato in Ucraina

Era tornato in Ucraina per sottoporsi alla seconda dose di vaccino, ma la situazione è precipitata rapidamente e ora si trova bloccato là, nel cuore di quel conflitto che sta tenendo il mondo con il fiato sospeso. Davyd è un ragazzo di 18 anni e studia all’Università dell’Insubria: è iscritto al corso triennale di Ingegneria per la sicurezza del lavoro. Vive a Gallarate con la madre da 5 anni, insieme alla nonna che è in Italia ormai da 17. Ora è ospite di una zia che vive nelle campagne vicino a Leopoli, non lontano dal confine con la Polonia. «Qui è più tranquillo che altrove», racconta. «Come trascorro le giornate? Aiuto nei lavori a casa e non vado da nessuna parte, non è proprio il caso – prosegue -. Ho paura a volte, certo, ma dove mi trovo credo di essere al sicuro, al momento, il villaggio non è stato colpito dai bombardamenti. La notte sento le sirene e mi rifugio in cantina».
IL DRAMMA DELLA MADRE
La madre Liliana racconta, con la voce rotta dalla commozione, che «l’idea di fare rifugiare Davyd dai miei parenti è per evitare che rischi troppo». Si trova infatti in una zona agricola e rurale e la possibilità di essere al riparo e di avere cibo garantito. «Abbiamo alcuni animali, lì c’è cibo senza problemi», racconta la donna. «Mio figlio è molto giovane, continua a dirmi di stare tranquilla, ma non è proprio possibile», dice la donna, 52 anni. «Aveva già il biglietto di ritorno in aereo, poi tutto è precipitato». Non si può lasciare il Paese, non possono farlo soprattutto gli uomini di età compresa fra i 18 e i 60 anni, perché potenziali combattenti. Davyd ha un fratello maggiore, Dimitri, 29 anni, che non abita nello stesso villaggio dove si è rifugiato Davyd. «È tornato a casa sua, a difendere la sua famiglia e le sue cose - racconta mamma Liliana -. Purtroppo nei centri un po’ più grandi vi sono furti e saccheggi, nelle case lasciate vuote».
L’INSUBRIA IN CAMPO
Intanto Davyd ha espresso il desiderio di poter seguire le lezioni o comunque studiare in questo riposo forzato lontano dall’Italia.
«Faremo tutto il possibile per aiutare il nostro studente - dice Vincenzo Torretta, presidente del corso di laurea triennale cui è iscritto il giovane -. In questo momento le priorità sono altre per lui e per la sua famiglia, ma vogliamo rassicurarlo dal punto di vista universitario: se riesce a collegarsi può seguire le lezioni a distanza dall’Ucraina, altrimenti troveremo un’altra modalità perché lui possa studiare anche in questi giorni difficili, se vuole e può». «Mi interesserò personalmente - conclude il professor Torretta - per risolvere eventuali problematiche di tipo didattico, nella speranza di averlo presto con noi in aula a Varese».
LA VICENDA
Avrebbe dovuto essere un viaggio di pochi giorni, giusto il tempo di sottoporsi alla seconda dose di vaccino al coronavirus. Ma non appena è scoppiato il conflitto ed è iniziata la chiamata alle armi, Davyd ha capito che non sarebbe potuto tornare in Italia in aereo e così ha preso un biglietto per l’autobus. Alla frontiera con l’Ungheria però è stato fatto tornare indietro ed è tornato a casa da alcuni parenti vicino a Leopoli, dove si trova attualmente.
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