L’ULTIMO SALUTO
L’addio a Diana tra lacrime e applausi: l’omelia di don Luca Violoni
A San Giuliano Milanese i funerali della bambina morta di stenti

Un mazzetto di palloncini bianchi, alcuni a forma di cuore, ondeggiavano all’entrata della parrocchia dei Santi Pietro e Paolo, a San Giuliano Milanese, dove oggi, venerdì 29 luglio, si sono svolti i funerali di Diana Pifferi, la bimba morta di stenti a 18 mesi dopo essere stata lasciata in casa sola per sei giorni.
L’APPLAUSO E LO STRISCIONE
Un lungo applauso ha accompagnato la piccola bara bianca al suo ingresso nella chiesa piena. Alcune mamme del quartiere Ponte Lambro, alla periferia di Milano, dove abitava la bambina, hanno accompagnato la lenta marcia che percorre il carro funebre, come in un breve corteo. Tra le mani tenevano uno striscione in rosa: ‘Volero’ sulle ali del mondo nel cielo infinito. Resterò per sempre bambina, piccola Diana’. Ad incorniciarlo, la foto con cui le cronache l’hanno conosciuta: abitino da principessa, un grande fiocco rosa in testa, attorno a lei un tappeto di palloncini. ’Insieme a te è volato in cielo anche un pezzo del nostro cuore’ dicevano le magliette indossate dalle donne. Sull’auto, con il feretro, la nonna e la zia di Diana, che l’anno salutata tra strazianti singhiozzi prima di entrare. Seduti ai primi banchi, in fascia tricolore, i sindaci di Milano, di San Giuliano e San Donato Milanese. In chiesa molte famiglie con bambini nei propri passeggini, tutti visibilmente commossi.
L’OMELIA DI DON LUCA
“Viviamo un senso di impotenza profonda, per tutto quello che avremmo potuto fare se avessimo saputo. Questo non ce lo toglierà nessuno“: è un passaggio dell’omelia che don Luca Violoni - sacerdote molto conosciuto a Varese, anche per il suo mandato nella parrocchia di Masnago - ha pronunciato nel corso dei funerali. Diana «non aveva la parola, non ha potuto verbalizzare quello che ha provato o chiedere a parole un aiuto» ha osservato, ma «Dio non vuole che si perda, e neanche sua madre” perchè “ciascuno di noi vale enormemente». Don Violoni ha poi citato il sociologo Zygmunt Bauman: «Sosteneva che siamo in una società liquida, mentre oggi verrebbe da dire che siamo in una società ‘gassosa’ dove il soggetto sembra squagliarsi su se stesso, incapace di azioni umane. Siamo qui per dire che vogliamo tutt’altro tipo di umanità e di relazioni». E, osservando i banchi della chiesa gremiti, ha notato: «C’è una comunità che non si rassegna e vuole costruire un modo di vivere diverso».
IL DOLORE DELLA NONNA
«Diana, noi non ti abbiamo mai abbandonato. E’ tua madre che è una pazza». Lo ha detto Maria, la nonna materna della piccola Diana Pifferi all’uscita dalla chiesa, al termine delle esequie religiose, piangendo sulla piccola bara bianca deposta nell’auto funebre.
IL MESSAGGIO DEL VESCOVO
«Condividiamo lo sconcerto e l’orrore» ha detto invece l’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, in un passaggio del messaggio letto ai funerali della piccola Diana. «Non comprendiamo come sia potuto succedere l’abbandono di una bambina fino all’esito tragico della morte di stenti - le sue parole -. Abitare in città dovrebbe significare far parte di una comunità - è il monito dell’arcivescovo - e ogni solitudine dovrebbe trovare rimedio nell’attenzione reciproca e nell’operosa solidarietà. Riconosciamo la nostra impotenza. Preghiamo perché Diana abbia presso Dio quella pienezza di vita e di gioia che le è stata negata sulla terra - così ancora monsignor Delpini -. Preghiamo perchè il dramma incomprensibile risvegli a compassione e a sapienza la mamma Alessia. Preghiamo perché lo Spirito di Dio ci aiuti a essere protagonisti di una storia di fraternità».
SALA: “TUTTI SEGNALINO I DISAGI”
“Credo che sia molto importante che tutti segnalino i disagi. Non è questione di essere delatori ma di dare segnali, così il lavoro è facilitato” per le istituzioni. Lo ha detto il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, al termine dei funerali di Diana. «Assolutamente anche le istituzioni sono responsabili - ha aggiunto - ma non è facile individuare i segni prima: le comunità sono fatte di grandi città ma anche di singoli quartieri. In questo periodo storico veramente tremendo ci deve essere responsabilità all’interno delle famiglie, nella comunità istituzioni e nella chiesa». Per il sindaco «deve prevalere l’umanità altrimenti sarà veramente difficile ricomporre tutte queste ferite che si stanno evidenziando nella nostra società». La vicenda di Diana, ha detto Sala, è «una tragedia che lascia allibiti. La cerimonia è stata molto emozionante e i pensieri vanno alla povera bambina. Anche da credente, quale sono, non è facile credere nella vita eterna. Ma sarebbe importante sapere che c’è un futuro anche per lei, e giustizia».
Il sindaco ha spiegato che intende contribuire ai funerali: «Tra me e il sindaco di San Giuliano ce ne faremo carico senza problemi».
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