LO SFOGO
L’omicidio di Andrea, il dolore dell’amica: «Ho il vuoto dentro»
Dopo la condanna all’ergastolo per Carolo e Caglioni, parla la migliore amica di Andrea Bossi: «Ridevano in aula, sono due gusci vuoti»
«Andre, la giustizia è dalla tua parte e, ora, puoi finalmente volare»: si rivolge direttamente all’amico assassinato alla fine di gennaio 2024 nel suo appartamento di Cairate per commentare la condanna all’ergastolo di Douglas Carolo e Michele Caglioni. A parlare è Serena Nasci, la migliore amica di Andrea Bossi, il 26enne ucciso dai ventenni condannati all’ergastolo. «Sono contenta e ringrazio la giudice che ha compreso fin dal primo momento, ma allo stesso tempo provo quel senso di vuoto dettato dalla consapevolezza che Andrea non tornerà. Pensavo di mettere un punto e, non so per quale motivo, avevo l’illusione che sarebbe tornato». Inizia così la lunga intervista che la giovane ha deciso di rilasciare in esclusiva alla Prealpina. Non parla mai di morte: dice «quando Andrea è mancato».
Serena, come si sopravvive alla perdita così tragica di un amico?
«Nessuno ti prepara ad affrontare un dolore simile, pian piano trovi il modo. Ciascuno ha il proprio carico di dolore sul cuore. Non sopravvivi, impari a convivere con un dolore che ti porti dentro e trasformarlo in forza. Penso sempre “Andrea cosa avrebbe fatto, cosa avrebbe voluto e cosa mi avrebbe detto”. All’inizio non sapevo come fare, poi pian piano ho imparato. Ho scoperto che più parli e più tieni vivo il ricordo. E mi ha fatto andare avanti la nostra amicizia bellissima, Andrea mi ha lasciato in eredità l’affetto dei suoi genitori. Ed era un ragazzo che amava la vita».
Ha seguito tutto il processo, è stata anche una dei testimoni. Cosa la ha colpita?
«Il fatto che i due non si siano mai resi conto di quello che hanno fatto. Li ho visti ridere tante volte. Non hanno portato rispetto alla memoria di Andrea. Mi auguro che, se anche dovessero ricorrere in appello, venga loro confermata la pena. Aggiungo che, seppure non sia mai stata indagata, c’è anche una persona che a mio avviso ha avuto un ruolo morale: la fidanzatina di Caglioni. Le ho anche detto che vivrà con il rimorso per tutta la vita: avrebbe potuto salvare Andrea, sapeva dei piani e anche dopo la morte era a conoscenza dell’omicidio».
Lei sapeva del legame tra Andrea e Carolo? Andrea comprendeva di essere usato come un bancomat?
«Sapevo e tante volte ne avevamo parlato, ma Andrea era molto testardo. A questo si somma il fatto che ogni volta che si allontanava da Douglas, quest’ultimo tornava e lo manipolava. Mentre ancora non mi spiego da dove venga fuori Caglioni».
Come ha appreso della morte del suo amico?
«La sera saremmo dovuti uscire. Ma Andrea aveva detto di avere mal di testa, così avevo capito che avrebbe visto Douglas, perché era un copione che conoscevo. Quella sera gli mandai un messaggio, per fatalità qualche momento dopo la sua morte. Non mi rispose mai. Il giorno dopo non mi rispondeva ed era molto strano, perché Andrea viveva con il telefono in mano. Verso mezzogiorno sentii il padre che mi disse che c’erano problemi. Pensai che avesse fatto qualche sciocchezza e che lo avessero arrestato. Poi mi chiamarono i carabinieri e andai in caserma. Ma non mi dissero della morte, mi fecero domande. Poi sentii dei Ris, feci una battuta scherzando: “Sarà mica morto?”. E purtroppo Andrea era stato ucciso».
Ora che è arrivata la condanna all’ergastolo, come si sente?
«Penso che sia stata fatta giustizia, sono contenta. Eppure nulla potrà restituire Andrea. Pensavo mi sarei sentita meglio che avremmo messo la parola fine, che il dolore si sarebbe placato. Invece ho il vuoto che la perdita ha lasciato dentro. Certa è però una cosa: i due si meritano l’ergastolo e di stare in carcere, per loro non ci possono essere pietà, redenzione e neppure la grazia. Men che meno il perdono: sono due gusci vuoti».
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